lapo.jpgRifiuti l’omologazione di massa? Sei una persona libera, che non ha paura di essere se stessa? Bene. Allora sei un indipendente. Un vero beauty seeker che sceglie la bellezza a prescindere dalla griffe o dallo status symbol del momento. Perché l’indipendenza è un modo di pensare che trascende l’età, la nazionalità, la cultura, il sesso e la religione.

No, non è lo stralcio di una tesina malfatta in tecniche di comunicazione pubblicitaria. È il prodotto dell’illuminata mente di Lapo Elkann, che con queste pillole di saggezza si propone di promuovere il “Made in Italy 2.0”. Eh si, perché non bastava internet, con il web 2.0. ci mancava pure Lapo con il Made in Italy 2.0. Che poi ‘sto made in italy abbia un nome mezzo inglese (Italia Independent) poco importa. E se vuoi essere una persona indipendente che rifiuta l’omologazione di massa lo sai che devi fare? Comprarti Sever, che costa 1.007 euro, ma mica è un occhiale normale. No, troppo facile. Sever è un personal belonging. Un oggetto unico per uomini unici. È dai tempi d’oro di Denim che non leggevo idiozie simili. Ve lo ricordate l’uomo che non doveva chiedere mai? …la scuola è la stessa. Solo che – non so perché – stile, concept, realizzazione, politica di pricing (ma qualcuno mi spiega i sette euro?) e tutto ciò che c’è sul sito di Italia Indipendent mi dà profondamente sui nervi.

Forse perché i testi sembrano scritti da uno studente appena uscito da un master in scrittura pubblicitaria con troppe nozioni e poco cervello. Forse perché è irritante pensare che ci sarà senz’altro (perché senz’altro ci sarà) qualche minus habens che per sentirsi indipendente ‘sti benedetti occhiali se li comprerà pure. Forse perché concetti come indipendenza e libertà mi sembrano troppo elevati per associarli ad un paio di occhiali, anche se da mille euro. E perché – tutto sommato – questo vuol dire che un impiegato per sentirsi indipendente dovrebbe spendersi quasi tutto lo stipendio. E poco importa per il mutuo. Tanto passa Lapo e salda. Forse perché veder messo in mezzo il Web 2.0 mi fa immaginare il copywriter di cui sopra tutto contento, che corre scodinzolante da Lapo a dirgli che ha avuto una trovata geniale: “inventiamoci il made in italy 2.0, così colpiamo il target degli utenti internet con la solfa del web 2.0 e quelli si comprano tutti l’occhiale”. Forse perché non ho trovato nemmeno un articolo che non celebrasse Lapo il Redento in ginocchio o a braghe calate, posizioni abituali della nostra stampa quando parla dei cosiddetti “potenti”. Forse perché negli ultimi giorni dalla suddetta stampa prona ho visto elevato Lapo, del quale non voglio ricordare il passato perché sarebbe come sparare sulla croce rossa, a maestro di pensiero dello stile, dell’italianità e dell’imprenditoria. E se questa è la nuova immagine dell’Italia, forse erano meglio gli spaghetti e i mandolini. Forse perché è un sito che puzza di finto e di costruito nella struttura, nelle pagine, nei termini che usa. Così finti da essere evidentemente finti (e questo, per un pubblicitario, è un grave errore). Forse perchè tutto il sito – malgrado i riferimenti al Web 2.0 ed il fatto che faccia anche e-commerce – esprime un modo vecchio di fare comunicazione, superato dalle cose, dagli eventi e dai mezzi.
Forse perché preso dall’irritazione del momento ho perso ben 18 minuti a scrivere questo post, ma ormai è qui, e tanto vale che lo pubblichi.

Per la cronaca: non ho nulla contro chi spende mille euro per degli occhiali da sole. Ma se lo fa lasciandosi convincere dal sito di Lapo, allora è proprio vero che i soldi non necessariamente si sposano con il cervello.

Nota per Maurizio: credo che da questo post si evincano le risposte che cercavi! 🙂