ArtN26_Falsari_bandadeglionesti3.jpgNon riesco ad entusiasmarmi di fronte ad alcune iniziative finalizzate ad aumentare la propria visibilità nella blogosfera italica.

Sia chiaro: è evidente che chiunque scriva un blog è contento di essere letto, che ognuno di noi è un po’ esibizionista e primadonna (altrimenti non si metterebbe in piazza con un blog) e che dietro la voglia di “evangelizzare” le masse c’è anche un po’ la voglia di essere riconosciuto dalle masse come il loro evangelizzatore.

Intendiamoci: credo che quasi tutti quelli che hanno un blog di quelli “autoreferenziali” (ossia che parla di blogosfera) finiscano più o meno spesso a controllare su blogbabel o technorati la loro popolarità e la famosa “posizione in classifica“. (“fenomenologia del blogger” potrebbe essere il titolo del mio intervento al Barcamp nelle Marche.. che ne pensate?). Io, personalmente, sono contentissimo quando qualcuno mi aggiunge in blogroll o quando parla di qualcosa che ho scritto. E credo che il mio atteggiamento sia comune a molti.

Ma attenzione: ritengo che la visibilità a tutti i costi sia una tendenza sbagliata, pericolosa e squalificante per chi la ricerca. La corsa al link sul blogroll deve avere un limite (autoimposto, ovviamente), altrimenti – semplicemente – gli indicatori di popolarità e di “reputazione” perderanno il loro valore (ammesso che ne abbiano). Intendiamoci, non parlo di limiti “esterni”, strutturali o tecnologici, ma di semplice buonsenso.

Mi spiego meglio con un paio di esempi: l’apripista (come al solito) viene dagli Stati Uniti. Poi qualche tempo fa un blogger nostrano (Pierluigi Ruotolo) ha messo in palio un Ipod per tutti quelli che avessero linkato il suo blog. Ed ha proseguito con altri contest regalando chiavette USB ed altri aggeggi. Nei giorni scorsi, Napolux ha messo in palio dei link sul suo Feed RSS per tutti quelli che parleranno sul loro blog della sua iniziativa. Almeno Napolux non spende nulla, e trae valore direttamente dal suo Blog. Entrambe le iniziative sono fatte nella massima trasparenza e sincerità, basandosi sul fatto che i link “sono la nuova moneta dei blog“. Non c’è nulla di immorale o scorretto in tali iniziative.

Ma il punto non è questo. Il punto è che così facendo viene inficiato il meccanismo stesso che rende “valido” il concetto per il quale la reputazione, e quindi la validità e l’autoreveolezza di un blog, si misurino in base al numero di link che lo puntano. Technorati non ha inventato nulla. L’idea della valutazione della qualità di un contenuto in funzione dei riferimenti che puntano ad esso è vecchia di anni ed è utilizzata anche dagli organismi internazionali per misurare il livello di innovazione di un sistema paese. A partire da quanti riferimenti si fanno agli articoli scientifici scritti dai ricercatori di un Paese, se ne misurano autorevolezza e capacità di innovazione (si veda, ad esempio, il sito del Cordis e strumenti come l’European Innovation Survey). Ora, se ci si mette a generare Link che non nascono da un riconoscimento di valore, ma da altre merci di scambio, è come se ci mettessimo a battere moneta falsa.

Ne parlavamo anche con Luca durante l’ultimo Barcamp. Personalmente, sono felice se Luca parla di un mio Post, ma francamente mai nella vita mi sognerei di acquistare un link a pagamento sul suo sito. E questo non perchè il suo sito non valga i soldi che chiede per il collegamento (anzi, Luca sa bene che gli ho suggerito più volte di alzare le tariffe!). Ma perchè chiedere un suo link a pagamento equivale ad ammettere di non avere cose abbastanza interessanti da dire da meritarlo gratuitamente (e per questo Luca – che ci vede lungo – non li vuole vendere a Blogger, ma ad aziende!). Se ci si pensa, è lo stesso principio per il quale i link “gratuiti” di google vengono percepiti come molto più significativi di quelli sponsorizzati.

Non sono i link ad essere la moneta di scambio dei blog. E’ l’attenzione. Se merito attenzione la conquisto. Se non la merito, tento di comprarla. Offire iPod è un modo diverso di comprarla. Ma l’attenzione non si compra. Al limite posso comprare un link.

Ora, lungi da me affermare che Napolux (che è nel mio feedreader) non meriti attenzione; spero che questo passaggio sia chiaro (soprattutto a Napolux 🙂 ). Ma ritengo fortemente che l’attenzione catturata a colpi di premi, concorsi e catene di sant’antonio, non porti realmente valore ad un blog. Certo, serve per far avere quei dieci minuti di notorietà che non si negano a nessuno ed a far scalare le classifiche di Technorati, ma non fanno necessariamente di un blog un buon blog. Peraltro, visto il funzionamento degli strumenti di valutazione, la gloria e la posizione in classifica sono pure di breve durata…

Le classifiche sono utili a rappresentare un fenomeno, le mappe a tracciarne i confini, ma sono le persone che determinano la qualità dei contenuti e dei loro autori. Luca, Massimo, Giuseppe e tanti altri non sono noti nel nostro piccolo mondo spesso troppo chiuso perchè hanno messo in palio chissà cosa, ma perchè hanno profuso impegno e dimostrato competenza negli argomenti dei quali parlano.

E voi, che ne pensate? Se siete d’accordo, fatemi un link!!! (…lo so, non ho resistito, dovevo dirlo!! 🙂 )