dollaro.jpgSi parla spesso – ormai – di “professional blogging”, ossia della possibilità di fare del proprio blog uno strumento in grado di produrre reddito.

Personalmente non intendo neanche lontanamente considerare il mio blog come una fonte diretta di guadagno, ma non ho assolutamente nulla in contrario rispetto al fatto che altri lo vogliano e lo possano fare.

Il problema, a mio avviso, è piuttosto il modo – paradossale – attraverso il quale si tenta di farlo. Perché paradossale? Semplice: per la modalità con la quale si vuole trarre valore dal blog. É per lo meno curioso, infatti, che il guadagno sia direttamente proporzionale alla perdita d’attenzione degli utenti nei confronti dei contenuti del blog. In altri termini, più gli utenti lasciano il sito, più si guadagna. Eh si, perché in fin dei conti questa è la base del funzionamento di strumenti come AdSense. Maggiore è il click-through maggiore è l’income da esso prodotto.

Come dire: andatevene dal mio sito, che mi conviene.

  • Dal punto di vista della trasparenza della comunicazione, non ne faccio una questione di morale o di principio, se non nel caso di quei blogger che spargono sapientemente gli ads di google in maniera tale che l’utente inesperto vi clicchi per sbaglio (vero Robin?). È vero, negli ads è scritto che sono – appunto – “ads by google”, ma quanti utenti sanno cosa voglia dire “ads by google”? Mi sembra tanto quella correttezza un po’ pelosa degli “autminconc” dei quali ci parla Mauro.
  • Dal punto di vista dell’efficacia della comunicazione, mi pare evidente che – considerando i blog come strumenti di comunicazione orientati al dialogo diretto con l’utenza – l’idea di guadagnare cacciando via gli utenti con un improvvido click non mi sembra proprio la scelta più azzeccata possibile.
  • Dal punto di vista della sostenibilità del modello, ho l’impressione che i blogger italici, visti i numeri sui quali possono contare (per la lingua, non certo per la qualità dei contenuti), abbiano ben poche speranze di realizzare guadagni significativi con le tariffe di Google… Soprattutto in considerazione del fatto che – come afferma Marco – con i proventi della pubblicità di google spesso ci si paga appena il caffè…

In conclusione, senz’altro il professional blogging può essere una prospettiva per qualcuno, ma forse il modello è ancora da identificare…

Mi piacerebbe, a tal proposito, da una parte sapere cosa ne pensano Marco, Luca, Gianluca, Francesco, Pierluca e gli altri che gli annunci di google li implementano (anche se nessuno per fortuna “alla Robin Good“) e dall’altra il parere di Antonio, Mauro, Maurizio, Gaspar, Titti, Nicola, Roberto e quanti invece non li hanno (ancora?) inseriti nei loro template…

Technorati technorati tags: , ,