Qualche giorno fa, sostenendo che non esiste una blogosfera, ma ne esistono molte e parallele, ho citato a titolo d’esempio MySpace.

Nei commenti al post, Nicola mi dice “ma chi ha la voglia di andare a farsi un giro in MySpace, che è una sfera completamente diversa e che contraddice molte delle cose che noi diano per assodate“, e Lizzy rincara la dose, esprimendo un giudizio netto e lapidario: “A conti fatti il Myspace è inutile“.

Al di là delle mie opinioni personali, che coincidono sostanzialmente con quelle di Nicola e di Lizzy, penso però che una considerazione sia d’obbligo…

MySpace viaggia sui cento milioni di utenti. Cento milioni di utenti che si muovono in uno spazio che – per chiunque si occupi di usabilità – definire aberrante è dir poco. Ma l’usabilità, evidentemente, è un concetto relativo. Loro infatti, in quello spazio, ci sguazzano allegri, muovendosi agevolmente in un universo che per chiunque non lo conosca assume contorni indefiniti ed inquetanti.

Milioni e milioni di giovani e giovanissimi che – abituandosi ai modelli di navigazione di MySpace e degli spazi personali che lo affollano – stanno interiorizzando delle euristiche assolutamente diverse da quelle alle quali siamo abituati. Quanto sono compatibili i nostri modelli con i loro?

Mi vengono in mente i nostri genitori, che ci guardano perplessi ed un po’ smarriti mentre navighiamo nel web. Mi immagino io tra qualche anno, mentre guardo perplesso ed un po’ smarrito un figlio che naviga in una rete della quale non capisco più i modelli.

A meno che non mi metta a studiarli da subito…

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