Diego (questa volta non il suo Zoro) con l’acume che lo contraddistingue ha centrato il problema riguardo al Barcamp di Matera.
Ne abbiamo parlato molto anche di ritorno verso Roma, ma l’argomento si è poi diluito nei post (nel mio in particolare, mea culpa), nella voglia di ricordare una bella giornata.

Il BarCamp di Matera è stato diverso da tutti gli altri.
Lo è stato perchè – a differenza di tutti gli altri – è stato un BarCamp politico.

E questo non perchè a Matera vi siano le elezioni e vi partecipino una torva di candidati. Non è certo quella la politica alla quale mi riferisco, la politica strillata dai cartelloni elettorali. Mi riferisco alla politica vera, quella bella, quella che abbiamo quasi tutti dimenticato. Mi riferisco a quella politica che scalda gli animi, che smuove le coscenze, che cambia le cose. Perchè è di quella politica – anzi, di quella Politica – che c’è bisogno a Matera come in tutto il Sud, ed in tutta Italia.

Perchè al primo BarCamp del Sud Italia, una volta tanto, non si è parlato soltanto di reti, di social network “da cazzeggio” (Svaroschi, mi perdonerà la citazione!) e di amenità techno-geek. Si è cercato di parlare di problemi concreti. Si è parlato di problemi veri. Si è parlato di problemi che cambiano la vita delle persone e che disegnano il territorio.
Si è cercato di capire come le reti ed i socialnetwork possano davvero impattare sul tessuto di una regione, di una zona, di un paese. E questo, vivaddio, è fare politica. Di quella vera. Di quella che non si fa più ma che forse è necessario – e possibile proprio grazie alle reti – ricominciare a fare. Pochi lo hanno capito davvero, e con la loro presenza hanno voluto portare una preziosissima testimonianza politica, anche rispetto a chi non c’era.

Perchè il ruolo di iniziative come il Barcamp di Matera va ben oltre il Barcamp di Matera. Perchè l’iniziativa nata a Matera e che si sta sviluppando qui è prima di tutto un’iniziativa politica. Perchè se andrà avanti il suo successo non si misurerà in funzione della validazione XML delle pagine che costituiranno l’aggregatore, ma dell’impatto politico che avrà sul territorio. Il successo si misurerà in funzione di quanto riuscirà a smuovere le coscienze, a far riflettere la gente, a cambiare le cose.

A Matera ho detto che per creare la Rete bisogna uscire dalla rete. Uscire dalla rete, è fare politica. Di quella buona.

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