Se il successo di una manifestazione dipende dal numero di spunti ai quali da vita, allora non vi sono dubbi nel dire che PiùBlog è stato un successo. Il numero di visitatori “debloggizzati” (privi di blog) ad occhio non è stato altissimo, ma i “soliti noti” hanno comunque lanciato un mucchio di idee interessanti, sulle quali vorrei tornare nei prossimi giorni ma che riporto qui per sommi capi, tanto per non dimenticare nulla…

Ho partecipato ad un dibattito sul “Blog 3.0″ (si ignora il responsabile del titolo, al quale potrebbe essere attribuita la colpa di aver coniato un nuovo, inquietante termine). Il dibattito è stato condotto dall’amico Antonio Sofi, che nel ruolo di moderatore è a dir poco eccezionale e che – usando le parole di Marina Bellini – “buca il video“. Oltre a me hanno partecipato Diego (bellissima la figlia!), Tony, Massimo (manteliiiini 🙂 ), Tommaso, Sergio e Stefano. Oggetto del contendere: cosa ne sarà del blog? Con un tema simile non c’è da meravigliarsi poi tanto del fatto che serpeggiasse il terrore tra le fila dei relatori alle domande di Antonio, ad ogni modo – “futurabilia” a parte – sono emersi spunti di grande respiro e sicuro interesse:

  • Qual’è il limite del diritto di cronaca, quando questo lede la privacy del normale cittadino? Il tutto condito in salsa di copyright. In altri termini: è corretto che i media prendano contenuti da blog ed affini e se ne approprino? E che succede quando questi contenuti sono prodotti dai protagonisti di fatti di cronaca?
  • Che rapporto c’è tra i blog ed i social network? In che relazioni entrano la rete sociale propria della blogosfera, basata sui contenuti, e le reti sociali come Facebook? L’incontro si trasforma in confronto?
  • Oltre il blog: quale futuro per il microblogging e quali saranno gli strumenti che prenderanno piede nei prossimi anni? Ed in tale contesto, che ruolo avrà il blog?

Subito a seguire, nell’incontro sul tema “blog e azienda” ho visto in azione tra gli altri, in un panel moderato dall’impeccabile Alberto: Alessio, Mafe, Leonardo ed Antonio. Anche in questo caso la discussione è stata interessante (e – nota personale – devo riconoscere al dolorante Alessio di essere un vero animale da poltrona televisiva). La discussione ovviamente è stata orientata sulle opportunità e le minacce che si pongono di fronte alle aziende che scelgono di aprire un blog. Alberto ha aperto la discussione chiedendo se un’azienda possa essere social. Dopo che tutti hanno dato la loro risposta, pierineggiando dal pubblico ho provato a chiedere ai relatori se ritenessero che oggi un’azienda possa non esserlo e sopravvivere. In altri termini: aprire un blog è un scelta che l’azienda fa in funzione di molti fattori endogeni ed esogeni. Può essere una scelta positiva o meno. Ciò che invece l’azienda non può scegliere è che i suoi utenti parlino di lei (bene o male che sia), indipendentemente dal fatto che lei lo voglia. Quindi, nella sostanza, le aziende hanno oggi l’obbligo di rendersi conto del fatto che il mercato è e sarà sempre di più de facto social. Se interagirvi attivamente è una scelta, ascoltarlo è un obbligo. Parlare di blog ed aziende, quindi, non vuol dire soltanto parlare di blog aziendali, ma anche e soprattutto di come le aziende debbano relazionarsi con la blogosfera.

Sabato mattina, infine, sono stato invitato in un panel gestito dalla comunità legata al progetto ibridamenti, sul tema dei blog e la scrittura. Ho avuto l’impressione di essere incappato in una vera e propria blogosfera parallela, una community estremamente coesa fatta da ricercatori che stanno portando avanti un interessante progetto del quale tornerò a parlare…

Domani, probabilmente, farò un salto al PiuBlogCamp

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