Chi mi legge sa che insegno alla Sapienza. Mi sono astenuto dal commentare la penosa e squallida vicenda che ha avuto come protagonisti la nostra Università, il nostro Rettore, 67 professori, un mucchio di studenti con molto tempo libero ed i media. E’ finita nell’unico modo possibile. L’unico modo sostenibile per il Vaticano. Ricordo una frase di Voltaire che suona più o meno così: “Disapprovo ciò che dici, ma difenderò alla morte il tuo
diritto di dirlo
“. Mi chiedo quanti di quelli che hanno protestato scompostamente la conoscano. Mi chiedo se impedire di parlare a chi si sostiene abbia impedito di parlare sia un comportamento coerente. Mi chiedo se rispondere con l’intolleranza alla presunta intolleranza sia saggio. O anche semplicemente intelligente. Mi chiedo se i 67 “scienziati” avrebbero promosso la stessa levata di scudi se ad essere invitato fosse stato un Rabbino o un
Ayatollah. E mi chiedo infine, qualora lo avessero fatto, se gli stessi studenti che hanno accolto con grida di soddisfazione l’improvvida lettera dei 67 non avrebbero invece gridato per la stessa lettera, giustamente indignati, allo scandalo.

Altri si son già espressi con efficacia sul tema, io mi limito a linkare il testo che domani non sarà letto da Ratzinger all’inaugurazione di un anno accademico che non potrà che partire all’insegna della più stupida intolleranza.

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