Ma è Waterloo il problema?

Ma è Waterloo il problema?

Mi chiedo quanti di quelli che hanno preso a sberleffi il “povero” Luca Luciani abbiano colto la vera natura del problema. Waterloo o Austerlitz? Chi se ne frega. Il fatto che il lucone non capisca un acca di storia forse non è rilevante, vista la natura del suo lavoro (anche se non guasterebbe).
Il vero problema è che anche epurando il suo discorso dalle gaffe storico-geografiche, quello che rimane è a tratti inquetante. Arroganza (le parolacce possono avere un senso, ma vanno sapute usare), boria (io sono io, voi non siete un cazzo, diceva il Marchese del Grillo), alienazione delle responsabilità (ma da quando se le aziende vanno male la colpa è solo dei dipendenti? i Dirigenti che fine hanno fatto?) ed in generale dalla realtà (ma Luciani quant’è che non parla con i suoi dipendenti, per non sapere che sono tutti – loro si – incazzati neri? E non certo da qualche giorno!). Il tutto condito in salsa pseudo-piennelliana da quattro soldi.
Il vero problema è che il discorso di Luciani è paradigmatico. Paradigmatico dello stile di Telecom. Paradigmatico di un’azienda della quale Luciani è un volto rappresentativo.

A tal proposito da leggere – tra gli altri – il post di Gaspar, quello di Vittorio, quello di Alessandro , quello di Gigi, quello di Giacomo (a proposito, grazie della foto!). Aggiungo quello – appena pubblicato – di Massimo, che condivido appieno.

12 Comments
  • catepol
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    Posted at 17:19, 5 Aprile 2008

    sono l’unica che non è riuscito ad ascoltarlo per più di qualche secondo? Il tempo di capire che, a pelle, non lo tolleravo? 🙂

  • Michele Melis
    Rispondi
    Posted at 19:24, 5 Aprile 2008

    Generalmente ci lamentiamo delle figuracce internazionali di alcuni dei nostri politici ultraottantenni… giusto ora con degli amici commentavamo che anche con i giovani rampanti non è che andiamo tanto meglio… forse, più in generale, è la classe dirigente a non essere all’altezza.

    @catepol
    non credo tu sia l’unica, anche per quanto mi riguarda l’istinto è stato quello ma ho tenuto duro e mi sono “goduto” lo spettacolo…

  • antoniocontent
    Rispondi
    Posted at 19:55, 5 Aprile 2008

    condivido l’approccio antiindividualistico di stefano, e aggiungo…
    la grinta e la determinazione, in quell’azienda ci sono eccome. ma non ce l’hanno i dirigenti. ce l’hanno i ragazzi del call center che fanno quel lavoro la mattina, un altro il pomeriggio, e la sera studiano per andarsene via dal paesello di turno
    a

  • gigicogo
    Rispondi
    Posted at 20:30, 5 Aprile 2008

    Come vedi arrivo sul tuo blog anche se il link è sbagliato 🙂
    A parte questa cosa buffa, caro Stefano, ho voluto riproporre proprio il video di Jobs con la traduzione perchè è una dimostrazione di etica e di stile.
    Anch’io sono daccordo che un errore si può fare. Mancherebbe altro.
    Ma è lo stile, l’educazione che mancano.
    Non mi soffermo sugli 850.000 Euro all’anno perchè sarebbe solo una considerazione “tafazia”. Rimane il fatto che, negli ultimi 15 anni, questo carrierismo contro tutto e contro tutti ha fatto perdere punti alla nostra classe dirigente.
    Un salutone.

  • gluca
    Rispondi
    Posted at 21:59, 5 Aprile 2008

    ecco mi hai preso le parole di bocca, corsi su corsi di PNL portano a una generazione di manager tutti uguali.

  • anto
    Rispondi
    Posted at 14:20, 6 Aprile 2008

    E’ evidente che il problema non è il lapsus, seppure colossale, ripetuto e insistito…
    Anch’io ho fatto un post su questo caso. Per combinazione ho visto il filmato mentre stavo riflettendo sulla (ormai trita pure quella) questione dei poco incoraggianti risultati dei test PISA, e ho pensato di mettere in relazione le due cose…
    D’accordissimo sullo “sfondo” di arroganza e protervia che emerge dal filmato e che, purtroppo, pare essere la cifra dominante di certe aziende e istituzioni…

  • PETIZIONE
    Rispondi
    Posted at 15:54, 6 Aprile 2008

    AZIONE COMUNE – CLASS ACTION, LA MIA PROPOSTA:

    – tutti noi abbonati di Telecom/Tim autoriduciamo il pagamento di una bolletta (esempio: la prossima, quella del terzo bimestre) di una cifra simbolica ma significativa (esempio: 100 euro).

    Poi ci costituiamo in associazione (o anche no) e scriviamo le motivazioni a Telecom/Tim, qualcosa tipo:

    “Richiedo che la cifra non pagata venga sottratta dallo stipendio/bonus del sig. Luca Luciani, in quanto la ignoranza di questo personaggio non è IN ALCUN MODO compatibile con lo stipendio ricevuto. Non intendo contribuire in alcuna maniera al sostentamento di un manager aziendale che non conosce NEMMENO le più elementari nozioni di Storia. Se sta bene a chi dirige Telecom/Tim non sta bene a ME. Non con i miei soldi.”

    Quindi ci facciamo trascinare davanti al Corecom (organo regionale che si occupa delle piccole controversie tra cittadino e gestori delle telecomunicazioni, metto il link di quello della Lombardia in materia):

    http://www.corecomlombardia.it/pagine/pagina.aspx?ID=Checose001&L=IT

    In ogni caso è lì che ti porta la Telecom quando c’è qualcosa che non va.
    Il Corecom di solito fa una delibera in cui dice che si fa a mezzo della cifra in contenzioso.

    E io credo che un 100/2 = 50 euro in meno al sig. Luciani Luca possano aiutarlo a riflettere. Soprattutto se moltiplicati per N clienti.

    Tra le motivazioni bisogna introdurre anche il “danno di immagine”, che un manager di questo livello ha sicuramente provocato all’azienda con la sua ignoranza.
    E la maniera migliore è che lo stipendio glielo riduca chi effettivamente glielo paga.
    Cioè NOI, non certo il signor amministratore delegato Bernabé, che lo porta a cena con un buon vino, il bamboccione!

    http://www.wikio.it/economia/telecomunicazioni/telecom_italia/luca_luciani?wfid=51

  • Micaela
    Rispondi
    Posted at 13:03, 7 Aprile 2008

    Capita spesso di sentire discorsi di questo tipo, sulla necessità di credere e combattere con un atteggiamento propositivo e non lamentoso. I modelli sono sempre questi grandi eroi o personaggi del passato che hanno cambiato la storia, se non è napoleone è Alessandro magno, o Giulio Cesare. Credo non sia giusto motivare le persone confrontando soldati che morivano in battaglia, motivati dalla fame con gli impiegati di oggi, il calo di profitti della telecom con la voglia espansionistica di Napoleone…. ma se non si può fare a meno di fare certe citazioni è bene documentarsi

  • l'invisibile (h)a gli occhi
    Rispondi
    Posted at 12:53, 8 Aprile 2008

    A parte che non ci volevo credere… la sensazione era vedendolo e sentendolo che più lo ascoltavo e più era lui a farmi incaxxare. Io non so se vorrò più andare a lavorare in un azienda.

    Giovanna

  • Stefano F.
    Rispondi
    Posted at 8:42, 10 Aprile 2008

    Condivido la tua osservazione sulla rappresentatività di questo top manager d’accatto.

    Direi però che non è solo un “problema” (un asset?) di Telecom.
    E’ piuttosto un prodotto tipico italiano, un manager IGP.
    Un rappresentante di quella logica che privatizza gli attivi e statalizza le perdite. Che, qualora Telecom arrivasse a una situazione come quella di Alitalia, invocherebbe la difesa di un capitale italiano…

    Aggiungo un’altra cosa, un rilievo polemico rivolto purtroppo al tuo settore (anche se non a te of course).
    Il Marchese Luciani mi pare un esempio lampante della “cosmesi comunicativa” usata a copertura dell’assenza di altro (competenze, o quantomeno cultura…), una deriva del principio secondo il quale “tutto è comunicazione”, che diventa “c’è solo la comunicazione”.

    Mi pare ci sia anche un po’ di responsabilità da parte dei “professionisti selvaggi” delle scienze della comunicazione…. Non trovi?

  • Pippo
    Rispondi
    Posted at 12:52, 9 Ottobre 2009

    Lavorateci in questa m.erda e capirete tante cose. Si va avanti a forza di leccaggio e mi fermo qui. Luciani e’ solo la punta di un iceberg

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