In questo momento di scarsa produttività blogghesca personale, colgo al volo l’occasione di segnalare il bel video prodotto da Stakastagista ed i suoi valenti colleghi nell’ambito del laboratorio Think Communication sul tema dell’Employer branding.
Bello malgrado la mia infausta presenza, che viene però compensata dagli amici Patrizio di Nicola, Marco Stancati e Fabio Ricceri (del quale consiglio a tutti di seguire il blog, essendo Fabio uno dei massimi esperti italiani sul tema).
Buona visione!
bello sto video? fighi i ragazzi di think communication, l’attore merita! a parte gli scherzi, ancora una volta un grazie per aver partecipato a qusta avventura!
Ma non era meglio scrivere “What does employer branding mean?” al posto di “What means employer branding”? 🙂
Anche l’uso dell’italiano per i cartelli non sarebbe stato sgradevole, visto che la lingua del video è l’italiano.
@MakeMarketing: Modesto come al solito, signor aspirante attore! 😉
@Smeerch: Mi meraviglio di te…ormai nel mondo del lavoro (e non solo) è fondamentale conoscere l’inglese e non credo assolutamente ci sia bisogno di cartelli per una domanda così semplice ed anche abbastanza intuitiva!
Inoltre, pensaci bene, tra le due forme di domanda quale ha davvero un suono migliore?
Sai mi viene un pò da sorridere, perchè in tutti i tuoi commenti sparsi per la rete c’è sempre una certa vena polemica…take it easy!!! 🙂
@Stefano Epifani: Prof, una sola parola GRAZIE.
Salve prof! Bel video davvero e complimenti alla staka.
A dire il vero il “What means employer branding” ha attirato anche la mia di attenzione. Non credo sia questione di suono migliore, ma di grammatica inglese. Potrei essere in errore e magari la formula si usa anche, però per me è “what does e.b. mean?” a prescindere dal suono.
@stefanoepifani grazie mille prof. : )
@smeerch e @dolores non credo che la formula adottata per il titolo sia scorretta, al limite sarebbero state più precise delle virgolette su “employer branding” (come ho scritto insomma) ma mi pare siano questioni di lana caprina…
Valutazioni polemiche a parte, (che non aggiungono molto alla conversazione) vorrei esprimere le mie:
1) il format è veloce, scattante e fresco e quindi affronta un tema non leggerissimo in modo fluido
2)il video è ricco di contenuti, provate a contare quanti concetti siano stati dati in un tempo relativamente breve meno di 15 minuti
3) è il primo video del genere che vedo, ma denoto un’identità precisa, che potrà consentire la riconoscibilità all’interno di un processo seriale
4) buona la scelta di alternare una guida narrante, con testimonial accademici e aziendali.
Tutto è migliorabile, ma quando la struttura del contenuto è impostata bene, è un buon punto di partenza.
@Maurizio Goetz: Grazie. Onorati di ricevere i tuoi complimenti e anche i tuoi suggerimenti. Siamo sempre in fase migliorabile e sperimentale, l’importante credo sia avere le idee e la voglia di metterle in pratica e…noi le abbiamo entrambe, almeno per ora! 😉
@Maurizio Goetz: mi associo a Staka, siamo onorati dell’apprezzamento, da un esperto come te poi vale doppio : ) Volevo sottoporti una mia considerazione (personale ovviamente, il nostro è stato un lavoro di squadra): nell'”economia” del video ho trovato un po’ troppo lunghe le clip cinematografiche, tu che ne pensi?
La lunghezza non è mai un concetto assoluto, ma sempre da porre in relazione al destinatario. 30 secondi possono essere troppi e un’ora troppo poco. Comunque sul web si comincia a standardizzare e nei tempi brevi io starei tra i 3 e gli 8 minuti. La differenza tra 8 e 10 può sembrare una sottigliezza ma c’è. Consiglierei anche di provare specificamente contenuti di 3 e 5 minuti, lavorando sui montaggi e sui tempi.
Cmq mi riferivo alla lunghezza delle clip prese dai film (l’avvocato del diavolo e synapse), io le ho trovate un po’ troppo lunghe rispetto alle altre parti del video.
La durata del video in toto secondo me è un buon compromesso visto il target che vuole raggiungere, in ogni caso sono daccordo con te, 2 minuti possono fare la differenza in video così brevi (infatti per questo ponevo il dubbio sulla durata delle clip).
Senz’altro poi avremo modo di sperimentare con video di diversa durata (più brevi senz’altro, ma anche più lunghi)
Anzitutto mi scuso per l’eccessiva vena polemica che potrebbe trasparire dai miei commenti ai post. A volte da fastidio ricevere delle critiche ma può essere utile. Spero che le mie siano (almeno) costruttive.
StakaStagista @ Sono d’accordo con te: l’inglese è ormai una lingua fondamentale. Io stesso sono anglofono forse anche oltre misura. Ad ogni modo, io credo che se il video fosse stato interamente in lingua inglese, non ci avrei trovato nulla di sbagliato. Invece avete scelto l’italiano – legittimamente – per cui sarebbe consono adottare l’italiano anche come lingua per i cartelli.
Continuo a non essere convinto sulla scelta del titolo.
Io avrei scritto “What Employer Branding Means” o “What does Employer Brand mean?”. Non credo che ci si debba far influenzare dal bel suono di una frase. Spesso la corretta grammatica è già un bel biglietto da visita.
Passando ai contenuti, poi, mi chiedo come mai sia stato scelto questo nome per la disciplina. Perché “Employer Branding”? Brand significa “marca”, se non sbaglio, ma negli interventi ascoltati nella clip non sento mai parlare di marca. In nessun modo. Piuttosto mi sembra, invece, che sia stato analizzato un corretto approccio al recruitment e alla gestione delle risorse umane. Chiedo per cui lumi a riguardo.
Saluti umili. 🙂
“dà fastidio”.
Scusate l’errore.
@ smeerch secondo me il video è metodologicamente corretto, perchè l’employer branding non è una disciplina, ma il riconoscere che oggi la creazione ed il rafforzamento della brand equity passa anche e soprattutto dalla capacità di attrarre persone di talento, ma anche motivate, perchè sono queste persone che creeranno innovazione e che costituiranno l’elemento di contatto con tutti i pubblici di riferimento. Oggi la marca è un concetto molto esteso e quindi tutte le persone intervistate hanno parlato di branding anche quando non lo hanno fatto esplicitamente.
Dimenticavo di dire che si parla di employer branding, quando si considerano in azienda le persone come un “cliente interno” e non solo come “risorse”, per questo si crea una Employer Value Proposition, (vedi definizione di Wikipedia)
http://en.wikipedia.org/wiki/Employer_branding
@Smeerch non capisco la tua perplessità, nell’employer branding il termine “branding” fa riferimento allo sforzo di legare al brand l’immagine di un posto di lavoro in cui è appetibile lavorare.. mi pare che questo traspaia chiaramente dal video.
Che vuol dire: “negli interventi ascoltati nella clip non sento mai parlare di marca. In nessun modo.”?
Non capisco il senso della domanda..
@Maurizion Goetz, prima di tutto grazie per i complimenti e le critiche mosse sono ovviamente molto apprezzate in quanto sono sicuramente fatte in modo critico. Sicuramente tutto è migliorabile, ma sono felice che il messaggio un po’ complicato e ostico, quale il significato dell’ employer brading, possa arrivare.
@Smeerch, sicuramente le tue critiche sono giuste magari a livello stilistico e grammaticale, ma ricorda che il video è cmq un “prodotto” e che deve sottostare a delle precise regole di “Marketing”, tra cui anche il buon “sound” del titolo. Ricorda che i destinatari del video sono in primis gli studenti che, mio malgrado perchè anche io sono uno studente, per catturare la loro attenzione devi usare il nome più “figo” possibile.
Per quanto riguarda il significato di Employer Branding, ti rimando alla spiegazione di wikipedia che gia ti è stata postata, aggiungendo che non è una disciplina, ma azioni, strategie di marketing e comunicazione interna che tendono a rivalutare la figura del lavoratore all’intenro dell’azienda in quanto quest’ultima sa che può ricevere vantaggio competitivo dai proprio dipendenti. Un esempio può essere quello che sta facendo Ikea
Carinissimo il video…complimenti!
Io sono una delle “vittime” dell’employer branding. Ad oggi sostengo un tirocinio presso una grande azienda italiana che prima stentavo a percepire in certi termini, o meglio…non sapevo “chi fosse”.
Dopo quasi 6 mesi posso dire che davvero l’employer branding serve a legare i possibili talenti alla cultura aziendale.
Ho imparato a conoscere l’azienda della quale parlavo sopra…mi sento davvero legata…desidero lavorarci iin futuro.
Non pensavo di poter arrivare a tanta affinità e desiderio di far parte di quelle persone…
Employer branding:…missiona compiuta!
L’Employer Branding sta diventando inevitabile per il successo di alcune strategie. Se vi interessa c’è anche questo documento http://www.cesop.it/aziende/employer-branding
Davvero ben fatto questo video! Io mi sto occupando proprio di employer branding per la mia tesi di laurea, soprattutto perchè anche io sono “vittima” di EB ormai da 4 anni 🙂 Avreste materiali da suggerirmi? Grazie in anticipo e ancora complimenti!