Sulla rimediazione della blogosfera…
Capita che Roldano, nella sua foga di polemista, spesso colga nel segno. E capita che in suo post su FriendFeed si sviluppi una interessante discussione sul rapporto tra quest’ultimo ed i blog.
Uno degli elementi centrali della conversazione, a margine delle osservazioni più o meno caustiche sul rapporto tra blogstar e FF (con un interessante scambio di battute tra Catepol e Giovanni e condivisibilissime osservazioni di Luca), è emerso grazie ad una osservazione dello stesso Roldano:
Io (generale) nel mio blog sono un unicum e posso trascinare le folle (vedi Grillo), qui su FF siamo tutti bene o male paritetici, se escludi il numero di iscritti
Con questa osservazione viene messa in evidenza una differenza fondamentale tra il blog e strumenti come FF, consistente nel sostanziale abbattimento dell’asimmetria informativa tra gli attori coinvolti nel processo di comunicazione. Asimmetria che diminuisce la centralità dell’autore rispetto al suo contenuto, privilegiando la velocità di diffusione dello stesso e la facilità nel coinvolgere la rete di contatti rispetto alla sua strutturazione.
Che questo porti i blogger – soprattutto i più noti – ad allontanarsi da FriendFeed è un altro discorso, del quale la veridicità è tutta da dimostrare. E’ indubbio tuttavia, come ho già avuto modo di osservare qui, che FriendFeed, più di quanto non abbia fatto Twitter, stia rimediando profondamente la blogosfera cambiandone le dinamiche. Che poi ciò porti verso un miglioramento o un peggioramento della qualità di ciò che viene veicolato on-line, è pure un altro tema interessante.
Certamente molti blogger postano di meno, preferendo FF per “conversare” piuttosto che il blog, riservato a contenuti più strutturati. Se questi contenuti più strutturati rimangono nella penna (pardon, nella tastiera) di chi dovrebbe scriverli, dipende da tanti fattori (Tempo? Visibilità? Interesse?). La conseguenza è che molti contenuti potenzialmente interessanti si perdono nelle conversazioni di FriendFeed, quando potrebbero essere sistematizzati nelle pagine di un blog. Ma è pur vero che molte conversazioni – e quella dalla quale siamo partiti ne è un esempio – stimolano lo sviluppo di contributi che probabilmente non avrebbero visto luce.
Nel mutevole equilibrio tra contenuti e conversazioni, quindi, ci avviamo verso un contesto in cui le conversazioni sono più fluide, ma – per certi versi – forse meno incisive?
Elena
Già il solo fatto che, parlo per me, non so più se mettere un commento su blog o su FF, se cercare di seguire i commenti su blog o su FF.
La sensazione che si sente da tempo in giro, è che FF “stanchi”, che porti via molto più tempo che seguire i blog, e che alla fine, tanti concetti e ragionamenti si perdano un po’ per la difficoltà di ritrovare i contenuti.
(nel dubbio, stavolta, il commento l’ho messo qui 🙂 )
Roberta Milano
(istintivamente ti avrei commentato su ff e decido invece di commentarti qui)
La mia esperienza di ff è alquanto personale, ma credo in fondo lo sia per tutti. Mi occupo principalmente di turismo, argomento di cui su ff interessa poco o niente. Per cui per me gli ambiti sono sempre rimasti notevolmente separati. Un approfondimento sui temi che tratto nel mio blog avviene, di solito, sul blog stesso o su FB. Friendfeed è stato ed è (sempre per me) una grande fonte di informazioni e segnalazioni (pure troppe…) che poi potevo autonomamente adattare o rielabolare in chiave turistica. Da tempo, però, sento la necessita di ridurre il tempo dedicato a ff perchè, sempre mia opinione, è un pubblico troppo selezionato e quindi, per i miei temi, assai poco rappresentativo. Non riesco ancora a farlo perchè su ff mi deverto, anche molto. Ma fossi più razionale, e comunque in mancanza di tempo, la scelta sarà obbligata. Come vedi nel mio caso non conta tanto la questione dell’assimetria informativa, anzi il problema risulta quasi rovesciato.
Folletto Malefico
Non ritengo il commento di cui sopra del tutto vero (anche se forse ho perso qualche sfumatura dettata dal contesto che ora non riesco a leggere interamente).
L’abbattimento dell’asimmetria non sussiste. O meglio, è strutturato in modo differente:
1. Asimmetria verso l’esterno: per commentare devo essere loggato. Non dimentichiamolo, perché altrimenti si continua a fare l’errore dell’autoreferenzialità.
2. Asimmetria verso l’interno: seppure non c’è più uno spazio delimitato – e quindi cognitivamente rilevante e significativo – comunque il numero di follower condiziona sensibilmente le conversazioni. Se io scrivo lo stesso messaggio postato da qualcuno che ha migliaia di follower, è tanto se ricevo una risposta.
FF diminuisce l’effort percepito per la risposta al costo di aumentare l’effort di entrata, e questo rimodella le interazioni.
Ma abbattere, decisamente, mi sembra eccessivo. 😉
Stefano Epifani
@Folletto Malefico
Non credo che sia così. L’asimmetria esistente tra un blogger ed il suo commentatore (anzi, tra il blogger e la nuvola dei suoi commentatori) è più forte di quella esistente tra un post su friendfeed e le sue risposte. La rete delle relazioni su friendfeed è molto più densa di collegamenti, ma più povera di hub. nel blog ci sono commenti ad un post, su friendfeed ci sono botta e risposta. Tanto che qualcuno (a mio giudizio comunque impropriamente per altri motivi) ha paragonato FF ad una chat (per essere precisi ad IRC).
Condivido invece la riflessione di Roberta per quanto attiene le diverse modalità d’uso che assumono tali strumenti in base al singolo utilizzatore. Cosa enfatizzata anche da GBA in un commento ad un mio precedente post…
catepol
Eccomi. commento qui. Adoro commentare i post dei blog (come adoro che venga gente a commentare i miei). Non solo, aggiungo, è sempr eun piacere ri-leggere il prof epifani 🙂 sul blog (le apparizioni sporadiche su FF e Twitter ecc. sono oramai fin troppo sporadiche!!)
Bando alle ciance. La mia premessa non è casuale.
Continuo ad essr contro le classificazioni blogosferiche (o friendfeedosferiche). Solo su twitter mi tengo cara la classificazioen di queen…quella consentitemela.
Il blog continua a rimanere il mio “per sempre”, come continuo a dire.
FF, FB e twitter (e tutto il resto) sono lo scorrere continuo, il lifestreaming. L’esserci nel momento esatto in cui la discussioen a luogo, il botta e risposta, le conversazioni che altrimenti forse non avrebbero luogo.
Sono luoghi di aggregazione, la piazzetta, il baretto, il pubetto della blogosfera (e non solo, oramai su tutti e tre i canali, FF, FB e Twitter non c’è solo la componente blogosferica, diciamocelo, forse è questo il problema per molti, la fine della nicchia protetta dove io son qualcuno e mi distinguo chiaramente).
Come luoghi di aggregazione, è bello esserci e partecipare, o anche chiedere le novità al ritorno da periodi di assenza per un qualunque motivo, e ricominciare a frequentare, quando si può, come si può.
Il blog però è per sempre. Il link di un post magari interessantissimo se su FF (o twitter o FB) passa nel flusso al momento sbagliato, non se lo caga nessuno). Invece sul blog arrivano commentatori anche giorni dopo la pubblicazione, perchè l’argomento (futile o utile che sia) ha vita propria nell’intero web e non solo nel recintino (per quanto aperto, se non si ha il lucchetto sull’account) che un qualunque social netqwork comporta.
Sono modalità diverse di presenza in rete che, nel mio caso, si integrano tranquillamente.
Io scherzo molto sulla mia internet addiction, lo sapete. Ma, esempio, in vacanza non sentivo il bisogno di Twittare ogni passaggio ogni singola foto. Di contro, con uno strumento in mano (l’iphone) e la possibilità di farlo comunque (wifi dei B&B), quando mi andava lo facevo, quando potevo lo facevo. Perchè è normale, fa parte del flusso. Solo che magari chiedeva troppo dispendio di energie seguire i vari thread e i vari flame (e il gioconeFF) e tanto altro che nei 15 giorni di mia lontananza fisica da una tastiera accadevano su FF.
Non per questo non si vive senza. COnsapevole che è tutto un flusso di informazioni e conversazioni che scorrono, ho vissuto benissimo senza l’ultimo gossip o l’ultima conversazione interessantissima da 1000 like.
E’ il singolo utilizzatore che decide come utilizzare i canali che ha a disposizione. Non esiste una categoria “blogger” che decide le dinamiche del cosa utilizzare e quando per comunicare. Esiste il singolo che trova la sua dimensione. Chi chiude un account FF ad esempio…lo fa sicuramente per buoni motivi personali che prescindono dall’essere blogger della vecchia guardia, blogger di nicchia, fighetto che se la tira. Ad ogni modo per me, non detta alcuna tendenza.
Stefano Epifani
@catepol
Cara Caterina,
condivido ciò che dici (quanto alla presenza on-line che vuoi farci… si va a periodi!). Tuttavia ritengo sia molto interessante osservare come il nuovo contesto strumentale di fatto ristrutturi e rimedi i vecchi mentre essi non son ancora stabilizzati nelle dinamice d’uso, come pure vedere come cambino le dinamiche, i ritmi di pubblicazione, i post sui blog in funzione dell’esistenza di nuovi canali che aprono nuove potenzialità. QUanto tu sostieni in merito alla rimodulazione degli strumenti, penso sia oro colato.
catepol
E’ verissimo che nell’ultimo anno abbiamo assistito ad una grande ristrutturazione delle dinamiche, anch ele mie son cambiate un po’, non lo nego. Però vedo che si ragiona sempre come trend generali che generali non sono. Ma perchè osserviamo sempre quello che fa un gruppo ristretto di persone, che fino a poco tempo fa circoscrivevamo in blogosfera (che comunque era già molto più ampia di quello che credevamo). Ci son persone che hanno cominciato a scrivere post nelle note di facebook. Persone che un blog non ce l’avevano. Ora hanno facebook, hanno il canale. Poi magari fanno il salto e passano al blog perchè incrociano un “blogger” amico tra i contatti che gli suggerisce di scrivere in un luogo più adatto e magari di relazionare il tutto con facebook.
La cosa positiva è che non riversiamo più i pensieri lunghi un solo periodo sui blog.
Che sui blog ci riserviamo lo psazio per scrivere e approfondire, per diffondere meglio il nostro pensiero (che sia un diario o un blog tecnico).
la differenza fondamentale che ora si delinea secondo me è che sul blog devo un attimo pernsare, concentrarmi, scrivere, argomentare. Allora lo facico quando ho qualcosa da raccontare, quando ho il tempo materiale di fare tutto ciò, quando posso farlo al meglio.
Mentre nel lifestreaming sostanzialmente traduco un pensiero, un’idea, un link, un video, una foto nel momento stesso in cui mi viene. Senza pensarci troppo su.
Può andar bene che diventa conversazione, può andar male che si perde nel flusso.
Può andar bene che diventa nuovo spunto, nuova linfa, che coinvolga tanti contatti. Può andar male che non ci si fila nessuno.
(ma questo accade anche ad un post sul blog)
Stefano Epifani
@catepol
Ma quanto mi piaci quando ti ci metti sul serio! 😛
catepol
eh lo so 🙂 servono validi stimoli (qua una volta era tutta campagna e ci raccontavamo queste cose approfondendo di blog in blog) 🙂
Folletto Malefico
@Stefano
E’ quello che intendevo con: “FF diminuisce l’effort percepito per la risposta al costo di aumentare l’effort di entrata, e questo rimodella le interazioni.”
Ma non puoi dimenticare il resto. 😉
Stefano Epifani
@Folletto Malefico
ok, abbatte è un po’ forte. Diminuisce? 🙂
Stefano Epifani
@catepol
e stavam meglio quando stavamo peggio! 🙂 però siamo sicuri che stavamo peggio?
Folletto Malefico
Esattamente! Il termine “rimodellare” secondo me è perfetto nel descrivere quello che sta accadendo – e concordo anche io che parlare di trend generalizzati è anch’esso eccessivo.
Io ad esempio uso poco FriendFeed, ma apprezzo molto la sua capacità di organizzare discussioni, contemporaneamente apprezzo l’incisività e rapidità di Twitter. Questi spostano il bilanciamento del blog, ed è indubbio. 🙂
Infatti mi trovo perfettamente d’accordo con catepol quando dice: “la differenza fondamentale che ora si delinea secondo me è che sul blog devo un attimo pernsare, concentrarmi, scrivere, argomentare”.
Non era un caso, “prima”, che su molti blog – mio incluso – ci fossero nei temi due stili, uno per i “post grossi” e uno per i “post piccoli”. Credo che fosse un indicatore di una necessità, che poi è sfociata in Twitter e FF. 🙂
Stefano Epifani
@Folletto Malefico
Insomma, l’unico con il quale non sei d’accordo sono io! 😛
Mitì
Mah, per me esiste solo il blog e i suoi commenti (e tumbrl per appuntarmi cose che mi piacciono, senza alcun impegno). Il blog è stabile, concreto. FF lo trovo sempre più dispersivo, superficiale e disordinato; anche i discorsi più interessanti (brillanti o seri non importa) ad un tratto si perdono, tramutandosi sempre in un indistinto rumore, come una sala troppo affollata. Sarà che ho sempre più bisogno di punti fermi, ma per me è “sempre W il blog”. :-**
Stefano Epifani
@Mitì: mi permetto di girare il tuo commento su FF, dove c’è uno scambio di interventi in proposito molto interessante!
PS: Il problema della dispersione delle conversazioni, poi, è pure da analizzare: un po’ di commenti qui.. un po’ lì…
catepol
la dispersione è il MALE, come direbbe qualcuno. O meglio, serve avere tempo e strumenti per seguire i diversi fili che prende una conversazione. Bello da una parte, perchè per serendipity una conversazione interessante oramai va ovunque. Quasi impossibile da seguire se non ti attrezzi di qualche strumento che (notificandoti via mail o via rss o coi piccioni viaggiatori) ti aiuti a perderci poco tempo dietro. E ad intervenire, se la conversazione parte da un tuo post, da una tua idea lanciata nella rete.
It takes time 🙂 (e voglia di farlo)
wanda
Buongiorno
sono una studentessa dell’università Iulm e sto svolgendo la tesi di laurea sulla social media intelligence.Il professor Goetz, il mio relatore, mi ha consigliato di contattarla per importanti suggerimenti per la tesi, possiamo sentirci via mail e magari confrontarci anche per uno scambio di idee, la mia mail è wandabergamaschi@libero.it
Confido in una sua risposta
Saluti
Wanda Bergamaschi
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Roberto Felter
io cerco di portare i miei 2 cents.
Il problema che ho incontrato io inizialmente nel “vivere” FF, è stato che spostava le discussioni fuori dal mio blog, impoverendone le pagine.
C’erano infatti più commenti sotto il link in FF che nel blog stesso.
Io ho risolto aggiungendo un plug in (sotto wordpress, altrimenti c’è anche intense debate) che mostra sotto il post, sia i commenti lasciati nel blog, sia i commenti e i like messi su Friendfeed.
Ora credo che sia il momento di fare un passo avanti, cioè aggiungere al blog non solo i commenti fatti su FF, ma i messaggi stessi.
Questo significherà trasformarlo da blog ad “aggregatore”? può essere, ma ritengo che ci siano strumenti adatti ad una cosa e strumenti adatti ad un’altra, ma quello che sicuramente serve sempre è un punto centrale da dove si può vedere tutto.
La contaminazione è alla base di tanti successi, io mi auguro che lo sia anche per il futuro di questi due strumenti.
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Andrea Bichiri
Girando per la blogosfera ho notato che molti bloggers ormai incorporano le conversazioni di ff dirattamente in calce al post nei commenti. Si sta avviando un processo di fusione tra questi due strumenti?