Leggo da Diego del fatto che quattro giorni fa Excite, con un solo  click, ha giustiziato tutti i suoi blog. Leggo eppure resto incredulo. Non posso credere che sia successo, e non posso credere che sia successo senza rumore. Centinaia di migliaia di post cancellati, di esperienze, di racconti di vita, di storie, di voci che sono ormai scomparse dalla rete. In effetti – ad oggi – nessuno dei blog di Excite pare raggiungibile. Rimandano tutti alla home page del sito. Senza un segnale, un avviso, (una parola di cordoglio?). Nulla. Come se non fossero mai stati. Voglio sperare che abbiano comunicato per tempo a tutti gli utenti dell’intenzione di cancellare la loro identità digitale. Voglio sperare che lo abbiano fatto nelle modalità opportune, con i giusti tempi. Con la possibilità di accedere – almeno per un certo periodo di tempo – ad un sistema di recupero dei dati. Insomma, con la responsabilità che un’azione del genere comporta. Si, la responsabilità. Perchè se è indubbio che legalmente cancellare (uccidere?) un blog sia lecito (eh si, quelle clausole in piccolo sottoscritte e mai lette autorizzano ben altro che la cancellazione senza preavviso dei dati), non è detto che lo sia dal punto di vista morale.

Moralità, parola grossa da usare per un blog. Eppure non credo ne esista altra migliore. Perchè non c’è molta differenza tra chi chiude un blog senza preavviso e chi brucia l’ultima copia di un libro. Bruciare un libro non è reato. Eppure farlo è abiezione.