Eh si… lo si capisce provando Google Instant, il nuovo – interessante – servizio di Google: il sesso è peccato. Perchè? Google Instant, come noto, completa automaticamente le stringhe di ricerca inserite dall’utente. Mettiamoci quindi nei panni di un giovane adolescente che voglia fare una ricerca sulla chiave “sesso sicuro”, e vediamo che succede…

Inseriamo la “S” …niente… Google suggerisce “Subito, Sky, Sisal”…
Inseriamo la “E” …ancora nulla… Tra i suggerimenti “Seconda mano”, “Server emule”…
Inseriamo la “S” e vediamo che succede… uhm… “Sesta malattia”, “Sestri Levante”, …anche “Sestriere”…

Proviamo con la seconda “S” di sesSo… PANICO!! Scompare tutto… ma proprio tutto tutto… appare solo una indicazione laconica: “Premere invio per cercare“…

Possibile che la parola “Sesso” sia meno ricercata di “Sestri Levante”? (con tutto il rispetto per la ridente cittadina balneare…). Evidentemente no, ed evidentemente lo staff di Google ha deciso di inserire il termine “sesso” in una black list, così che non appaia nei suggerimenti di Google Instant. Un po’ come fecero, agli albori del Web e di OPAC alcune Università italiane con la parola Seno, con il risultato di inibire a tutti gli studenti la ricerca di termini come “tumore al seno”, “mastoplastica” e così via. Intendiamoci, il tema è meno grave: in quel caso l’accesso alle risorse era completamente inibito, qui ci si limita a “non suggerirlo” (a proposito, neanche “seno” appare. In compenso appare “ginocchio”…).

Tuttavia, ciò fa riflettere su alcune cose.

  • In primo luogo il perbenismo pruriginoso che a volte ci assale. Ma questo è un tema di ipocrisia latente con il quale dovrà confrontarsi l’estensore della black list, per il quale si può cercare “cazzate” ma non “vagina”. In compenso l'”imene” è previsto… come se scomponendo il tema si risolvesse il problema…
  • In secondo luogo – ben più importante – evidenzia il potere di Google di mettere in risalto o far scomparire elementi della realtà. Noi vediamo “fidandoci” di un algoritmo, giò che Google ritiene più opportuno evidenziare. E questo è bene, ma sarà un bene per sempre?

Ai posteri l’ardua sentenza… a noi metterli in condizione di discuterne…