A quanti si dimostrano scettici su Eraclito, il nuovo blog di Telecom Italia pensato per dialogare con la Rete e gestito da Massimo Mantellini, mi piacerebbe ricordare un caso che tutti conosciamo: quello di Dell. Dell dimostra come, grazie all’ascolto, alla buona volontà e ad una dose non indifferente di umiltà si possa uscire vincitori da un vero e proprio inferno.

Dell è partita da una condizione di grande svantaggio, di certo non paragonabile a quella di Telecom Italia oggi. Eppure in poco tempo è riuscita a recuperare posizioni e credibilità al punto da meritarsi “il perdono” da parte del suo critico più feroce.

Ha ragione Luca quando afferma che ascoltare non è capire, capire non è imparare, imparare non è saper fare e saper fare non è aver fatto. Ma è pur vero che senza l’ascolto tutto il resto della catena non sussiste, e più volte in questi anni una parte di Telecom ha dimostrato di voler ascoltare. Che poi le iniziative di ascolto di Telecom Italia siano sostanza o vernice per imbiancare  i sepolcri, forse, in questo contesto ha poca importanza. Una realtà come Telecom Italia non è monolitica. E’ multiforme: al suo interno c’è spazio  per i Luciani, ma anche per i Pavolini e i Mizzi. E se è vero che per i primi è probabile si tratti di una operazione di facciata, è altrettanto vero che quest’operazione di facciata consentirà ai secondi di ascoltare davvero. E magari capire. E forse fare.

D’altro canto se l’obiettivo di Eraclito è quello di dialogare con la parte abitata della rete, la scelta del suo tenutario non poteva essere più azzeccata. Paradossalmente, è l’autorevolezza di Massimo (di una singola persona) a garantire la bontà dell’operazione (a garantire sulla buona fede di un’azienda come Telecom); almeno per quella parte della rete che la rete la conosce. Gli altri, difficilmente finiranno in massa su Eraclito.

E quindi buon lavoro a Massimo, al quale – comunque – spetterà un compito molto arduo: aiutare Telecom malgrado Telecom.