Report: il prodotto sei tu, dato di share!
Dopo Daria Bignardi, c’è cascata anche Milena Gabanelli. Confesso di aver visto a stralci la puntata di Report di ieri, “Il prodotto sei tu“, proprio perchè dopo un po’ si è reso evidente il taglio della trasmissione. Il riferimento al celebre titolo del Time è evidente, come è evidente che ieri si è celebrata l’ennesima occasione sprecata per parlare (una volta tanto seriamente) della Rete e dei problemi che solleva. E dalla Gabanelli forse non me lo aspettavo.
Non vale la pena di lanciarsi in lunghe disquisizioni sui perché ed i percome ieri sia stata un’occasione persa. Basta considerare che i temi sollecitati da Report sono senz’altro temi reali. Solo, è stato molto più facile (per i redattori) ed utile (per lo share?) affrontarli in maniera semplicistica e fuorviante. In fondo, un po’ di ascolti in più, guadagnati senza rischi (tanto, chi può protestare?), non fanno male a nessuno.
Vale, come al solito, una semplice considerazione: se gli argomenti che chi vive la rete conosce vengono trattati in questo modo, come ci assicuriamo del fatto che non vengano trattati allo stesso modo anche altri temi? Temi sui quali, magari, non siamo sufficientemente preparati da renderci conto delle potenziali mistificazioni…
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evilripper
ne ho visto un pezzo in streaming a un certo punto ho lasciato lì anche io per chi volesse vederla c’è sul sito di report la puntata: http://snipurl.com/27rnbm
per quanto ho visto concordo su quanto hai detto se riesco cercherò di finire di vederlo anche se chi lavorava a report in maniera seria non c’è più da tempo.
ps
io ho smesso di guardare la mondezza che produce quella discarica che è la televisione italiana… giusto qualche tg per farsi quattro risate e il motogp ogni tanto! 🙂
Stefano Epifani
@evilripper
concordo sulla discarica… 🙁
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Stefano
Insomma, io apparte le varie inesatezze che non potevano non esserci non ho trovato negativa la puntata, è sempre un modo per fare interessare più gente all’argomento web ed alle sue varie facce.
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Patrizia
Articolo carino, ma pecchi un po’ di ingenuità nel momento in cui dici:”se gli argomenti che chi vive la rete conosce vengono trattati in questo modo, come ci assicuriamo del fatto che non vengano trattati allo stesso modo anche altri temi? Temi sui quali, magari, non siamo sufficientemente preparati da renderci conto delle potenziali mistificazioni…”perché come mi diceva il mio professore di Diritto del Lavoro: “Mai fidarsi dei giornalisti quando parlano di questioni che riguardano il diritto..perché sono ignoranti in materia”..ed in realtà, è verissimo. Ad ogni modo, come nel caso di Facebook, sta a noi, se realmente interessati, a leggere ed approfondire l’argomento trattato dalla trasmissione di turno e non prendere per oro colato ciò che ci dicono. E’ normale, inoltre, che Report ha sempre un suo sguardo, un suo punto di vista e tenderà a far prevalere quello all’interno della trasmissione..fornisce degli spunti ma sta a noi, esseri pensanti, decidere se accogliere o meno quegli spunti e se considerarli giusti o sbagliati. Non dimentichiamo che Report è sempre una trasmissione e deve pur portare guadagni all’azienda mediatica di cui fa parte..
Giacomo Tesio
Mi permetto di discordare parecchio sulla superficialità della trasmissione.
Al di là degli aspetti tecnici, il suggerimento di fondo è sostanzialmente corretto.
Credo sinceramente sia molto saggio suggerire la cancellazione da tali servizi a chi non ne conosce veramente i meccanismi sociali e tecnici.
Il 99,9% degli utenti facebook paga in termini di disclosure dei propri dati personali, ben più del valore economico del servizio fornito.
Il problema è che non ne è consapevole, e Facebook (ancor più di Google) fa del proprio meglio per nasconderlo.
Questo chiaramente ne ridurrebbe il valore economico e le opportunità di business per chi si occupa di “social media”, ragione per cui trovo comprensibile il tuo punto di vista.
Ma se pur impreciso nei dettagli, il servizio della Galbanelli veicola al grande pubblico un messaggio sostanzialmente CORRETTO.
PS: nota come io stesso sia un utente ed uno sviluppatore (anche) di applicazioni basate sui servizi dei fornitori citati (da Blogger a Facebook a Google App Engine).
La mia non è una opinione “ideologica”.
E’ una questione di costi (nascosti)/benefici.
Stefano Epifani
@Patrizia
non sono io a peccare di ingenuità, se davvero ritieni che gli sbagli i giornalisti li facciano prevalentemente per ignoranza! 🙂
Stefano Epifani
@Giacomo Tesio
Giacomo, avrebbe potuto farlo senza travisare i fatti e dare chiavi interpretative forzatamente “cospiratorie” (il tritadocumenti, l’indirizzo nascosto ecc…)
JoshBlake
ciao stefano. Voglio chiederti secondo te quali sono i caratteri più nello specifico che sono stati trattati con superficialità o semplicità fuorviante nella puntata di report..voglio capirci un po’ di più…
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