È desolante rendersi conto di come un Paese possa perdere il senso della strada, della direzione, del percorso. Ed è ancora più triste rendersi conto di quanto sia facile che chi vi abita, preso da una quotidianità vuota di costrutto, possa così facilmente perdere la visione d’insieme e la prospettiva delle cose, risucchiato in un gorgo di discussioni inutili e ragionamenti circolari. Ma è quello che sta inesorabilmente accadendo in Italia. E sta avvenendo anche (e soprattutto) nell’ambito dell’information technology, in un contesto che dovrebbe essere invece dinamico, proattivo, stimolante. In una parola “vivo”. Eppure il nostro paese ha questo potere: riesce ad annichilire anche le menti più fertili e le immaginazioni più fervide, riducendo alla dimensione dell’insulso le intelligenze più vive.

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