Esiste la "Comunità dei blogger"? Qualche differenza tra Comunità e Rete…

Esiste la "Comunità dei blogger"? Qualche differenza tra Comunità e Rete…

rete.jpgUna volta, facendo zapping in TV dopo le 23, si trovavano le pubblicità delle hot line e qualche spezzone di filmato porno. Oggi è più facile imbattersi in trasmissioni che – parlando di qualsivoglia argomento – interpellano il bloggher di turno.
Niente di male se non fosse che, in queste occasioni come in molte altre, sento parlare di “comunità dei blogger”. E mi chiedo, rispolverando quel po’ di sociologo che c’è in me: ma i blogger formano una comunità?

O meglio: l’insieme dei blog che costituiscono la non meglio identificata “blogosfera”, rappresenta una struttura sociale paragonabile ad una comunità o – piuttosto – attraverso tali blog si sviluppano relazioni proprie di altre forme di aggregazione?

A premessa di tutto, è bene precisare che – per quanto strano possa apparire – ancora vi è qualche dubbio sul fatto che una “comunità virtuale” (ma non per questo irreale, siapure digitale) possa definirsi effettivamente tale. Lo stesso Manuel Castells afferma che “l’interazione sociale offerta [da internet] non pare avere un effetto diretto sulla costruzione dei modelli della vita quotidiana, genericamente parlando, se non per il fatto che aggiunge l’interazione online ai rapporti sociali esistenti”. Personalmente non sono molto d’accordo, ma per completezza è bene ricordarlo.

Comunità Virtuale, quindi, non necessariamente equivale a Comunità Sociale. È evidente che – quando si pensa all’universo dei blog – ci si riferisce prevalentemente alla prima tipologia. Tipologia che è stata definita da Rheingold come il risultato di una aggregazione spontanea di persone attorno a una conoscenza, un interesse, un bisogno o un servizio condivisi. Più nei dettagli, le comunità virtuali sviluppano degli spazi sociali condivisi, che si esplicano (appunto) nello specifico contributo che ogni singolo soggetto può apportare ad un contesto relazionale collettivo e virtuale. Su questo punto la sociologia è abbastanza netta: una comunità (reale o virtuale che sia) implica l’esistenza di uno spazio condiviso e di un contesto relazionale più o meno strutturato, implica la condivisione di valori e di organizzazione sociale.

Comincia a sorgermi qualche dubbio: i blog sono tutto questo?

Proviamo a mutare per un attimo (e leggermente) punto di vista, immaginando di descrivere una comunità (virtuale) da un punto di vista strutturale

  • Una comunità virtuale nell’accezione condivisa del termine è di norma un sistema centralizzato (gli utenti si collegano alla comunità, con l’intenzione specifica di farlo).
  • Le attività al suo interno sono gestite da uno staff costituito da esperti, o comunque da moderatori (qualcuno si ricorderà del vecchio e caro SysOp???).
  • Le discussioni sono organizzate per tematiche e per argomenti ai quali è necessario attenersi (altrimenti, si parla di “off-topic”).
  • All’interno della comunità si sviluppano comportamenti, regole e ruoli precisi (gli studi sull’identità virtuale e la trasposizione del sè nei contesti digitali non si contano…).
  • Le comunità virtuali sono basate sulla partecipazione collettiva. In virtù di ciò il loro valore è dato dall’apporto complessivo dei singoli membri che le compongono.

I dubbi continuano… i blog sono tutto questo?

Riassumendo: condivisione di valori, organizzazione sociale, centralizzazione, focalizzazione su argomenti specifici, esistenza di comportamenti, regole e ruoli strutturati, partecipazione collettiva.

No. Direi proprio di no. Alcuni elementi possono anche (magari tirati un po’ per i capelli) rientrare nell’ambito delle caratteristiche della blogosfera (la focalizzazione, in un certo qual modo la partecipazione collettiva). Ma complessivamente mi sembra proprio che si sia molto lontani dal poter considerare la “comunità dei bloggher” come tale.

Il già citato Castells sostiene (e su questo sono invece molto d’accordo) che le nuove forme di interazione nell’epoca di Internet vadano inquadrate prestando attenzione ad una tendenza evolutiva caratterizzata dall’ascesa dell’individualismo (il che ritengo contribuisca anche ad inquadrare, sul piano teorico, i recenti discorsi intorno al tema dell’autoreferenzialità dei blog).
Tale processo si concretizza nella transizione dalla comunità alla rete, intesa come la forma più importante di organizzazione delle interazioni. “I network sono costruiti attraverso scelte e strategie degli attori sociali, siano essi individui, famiglie o gruppi. Di conseguenza, la principale trasformazione delle società complesse si è verificata attraverso la sostituzione delle comunità con i network come forme prime di socialità“. Partendo dall’assunto che il network sia una forma complessa che struttura le esperienze di socialità e l’organizzazione delle relazioni fra i soggetti, Barry Wellman ha proposto una rivisitazione del concetto di comunità. Secondo Wellman, nelle società contemporanee le comunità si fondano su reti di legami interpersonali intorno a cui si dispiegano la socialità e l’identità.
La connettività estesa e flessibile che caratterizza una simile configurazione relazionale, in cui le barriere sono permeabili e si ha la possibilità di passare senza interruzioni da un network ad un altro, è la ragione di una appropriazione personale delle dinamiche di relazione sociale“.

In altre parole, i soggetti sono in perenne movimento come singole individualità tra i diversi network, separati da confini sfumati. Questo concetto di rete si, che mi sembra si avvicini alla blogosfera.

A questo, c’è da aggiungere la questione che prima ho definito strutturale.

  • Di certo nè i blog nè la blogosfera nel suo insieme possono definirsi un sistema centralizzato. Anzi, proprio nella loro distribuzione trovano una delle loro caratteristice più interessanti.
  • I blog – per la maggior parte almeno – non si basano su di uno staff che gestisce e coordina le attività on-line, ma sull’attività redazionale di uno o comunque pochi estensori, ai quali si affiancano (auspicabilmente) molti lettori che possono commentare i post del titolare del blog. In altri termini il blog – per quanto sfumato – si basa su di un meccanismo di comunicazione di tipo one-to-many, al contrario della community (tipicamente many-to-many).
  • Nei blog, di norma, non esiste il concetto di “off-topic” (della serie: il blog è mio e decido io di cosa parlare…).
  • I blog non sono caratterizzati dall’esistenza di ruoli e regole sociali da rispettare. La blogosfera ha – in qualche modo – un suo linguaggio, ma gli attori sono molto più dinamici di quanto non avvenga all’inteno di una community.
  • Il tema della partecipazione collettiva è delicato. I singoli blog si basano sull’apporto prevalente dell’autore, con l’aggiunta dei commenti dei lettori. A livello di blogosfera nel suo insieme, è vero, si può parlare di partecipazione collettiva, ma con dinamiche profondamente diverse rispetto a quelle esistenti in una community.

Le differenze tra il concetto di “comunità” ed il concetto di “rete” sono davvero molte, ed in questo (temo troppo)lungo post ne ho elencate alcune. In conclusione, mi sembra che quando ci si riferisce alla blogosfera sia quantomeno inesatto parlare di comunità, e decisamente più appropriato parlare di rete.

È proprio il concetto di rete, forse, l’elemento di novità più interessante nell’universo dei blog.
Un concetto del quale il Web 2.0 è senz’altro portatore, e che sta impattando profondamente sui modelli di gestione dell’informazione, sulle modalità di sviluppo della conoscenza e, senz’altro, sulle modalità di interazione degli individui on-line.

Questo post probabilmente è decisamente più lungo della pazienza dei malcapitati lettori, ma ritengo che l’argomento sia decisamente importante. E voi, che ne pensate?

11 Comments
  • mary
    Rispondi
    Posted at 10:18, 29 Dicembre 2006

    Per me i blogger non sono una comunità in senso stretto: in una comunità c’è non soltanto un “tema” comune, ma anche condivisione di conoscenze e insegnamento esperienziale a partire dalle stesse, continuo e lineare. Una comunità così, per me, possono essere i medici senza frontiere, esempio que specchia i punti definitori di comunità “virtuale” ma non “sociale”, nel post. I blogger invece sarebbero delle microaggregazioni che spaziano dalla “comitiva” virtuale (basata sulle persone, il loro quotidiano, desideri id emozioni) agli “smanettoni” (accezione positiva del termine hacker) più tecnici, agli opinionisti di un colore o di un’altro, ai semplici curiosi di tecnologia o di telefonini, agli amanti della pesca con la mosca, ai gourmet, ai dj e così via. All’interno di queste microaggregazioni ci può essere anche una comunicazione many-to-many, sia nel caso dei blog autoreferenziali, le blogstar o – per non dare ingiuste connotazioni – i blog autorevoli, dove i commentatori e l’estensore mantengono spesso una conversazione “chiusa” (io commento a te, poi tu mi rispondi, poi tutti e due si commenta e si risponde da tizio, etc, sviluppando un solo tema) che in quelli più tecnici, per affinità di obiettivi. La comunicazione one-to-many invece non può resistere a lungo perché il blogger deve per forza creare legami per mantenere le sue conversazioni attive (è questa l’anima del blog), e dunque andrà a commentare o a visitare coloro che iniziano una conversazione nel suo blog. Altrimenti non sopravvive. Dov’è invece la rete, per me? E’ laddove un singolo progetto viene adottato dai blogger e sviluppato insieme all’estensore: le opinioni/critiche su un libro che un blogger sta scrivendo, messo “in rete”, esposto al pubblico, e che permettono all’estensore di arricchirlo; un fotografo ed uno scrittore che lavorano insieme integrandosi, piccoli blog nati e sviluppati attorno ad un tema comune. Dov’è il “sociale” di questa rete? Nel fatto che l’aggregazione è spontanea. Ma questa rete non è fissa, non è immutabile. A me ricorda le capacità della rete dei capillari del corpo umano: laddove trova uno spazio, cresce; dove trova un’ostacolo, si ricrea aggirandolo. L’importante è trasmettere l’ossigeno. Spero tutta questa pappardella (da non-esperta…) possa servire all’avvio della discussione…

  • stefano epifani
    Rispondi
    Posted at 10:29, 29 Dicembre 2006

    @mary: ad un post lungo non può che seguire un commento lungo :-). L’esempio dei capillari mi sembra particolarmente calzante, e non a caso insisto sul fatto che si tratta di una “rete” e non di una “comunità”! 😉
    Quanto al fatto che il bloggher è costretto a visitare e commentare per sopravvivere, su questo ho qualche dubbio. Dipende dal “tipo” di blog. Ma non eslcudo a prirori la possibilità di sopravvivere di blog i cui estensori non attivano connessioni con altri (divertendosi di meno, peraltro!).
    Grazie, e a presto!

  • Mario
    Rispondi
    Posted at 16:37, 29 Dicembre 2006

    Caro Stefano,
    ti vengo a trovare nel tuo Blog e l’occasione me la da un post davvero interessante, denso di input.
    Il tuo interrogativo sul fatto se esista la “comunità dei blogger” è molto interessante, ma permettimi di osservare che è un pò generalista come questione perchè allora dovremmo chiederci se esiste – sul fronte della dommanda – la comunità dei lettori di Blog.
    Evidentemente no, come non esiste una comunità in quanto tale dei lettori di libri o dei lettori di giornali.
    Il Blog a mio avviso è innanzittutto un medium e in quanto tale serve a comunicare idee, emozioni e quant’altro il blogger ritenga di dover comunicare al suo pubblico potenziale o consolidato.
    Fino a qui ci siamo.
    E’ chiaro, inoltre, che la Blogosfera è una Rete e il successo di Technorati (e dei suoi “rank”), di Bloglines e di aggregator come Socialdust è inequivocabilmente favorevole a tale modello interpretativo.
    La comunità è invece più simile al concetto di “società” e come tutti sappiamo (i sociologi ce lo ricordano) la società è in “crisi”.
    Qualcuno come Zygmunt Bauman ha scritto un libro dal titolo “Società sotto assedio” in cui evidenzia proprio il fatto che la società si è ormai “liquefatta” e probabilmente è un concetto, una rappresentazione delle relazioni umane morto quasi del tutto per essere sostituito dal concetto di Rete e di interconnessione.
    Vedi Stefano, l’essere connesso è l’approccio esistenziale preferito dell’uomo contemporaneo perchè basta un click e la connessione si interrompe a proprio piacimento, senza particolari problemi.
    La società e la comunità sono invece più difficili da gestire, ci vuole tempo e ci vuole molto impegno.
    Ed il tempo e l’impegno non è quello che noi cittadini immersi nello spazio della velocità vogliamo (e forse spesso possiamo) dedicare agli altri nostri simili.
    Ecco allora che il network diventa la forma relazionale più idonea a scandire i rapporti fra le persone e non solo sul Web.
    Nel mondo reale, che è fluido, chi di noi può dire di avere relazioni stabili e di vivere in una comunità sociale nel senso sociologico “classico” del termine?
    Si lavora ormai a progetti e si ha sucesso se si è inseriti nel network giusto cioè se si hanno i contatti giusti.
    I contatti però non hanno niente a che fare, a mio avviso, con il concetto di comunità.
    Sono delle porte per poter entrare a far parte di un contesto che è proprio quello di una Rete “specialistica”, quella che io in un mio post ho paragonato ad un (sulla falsa riga del concetto di globalizzazione arcipelago dell’economista De Aglio) “arcipelago”.
    Le Reti in qualche modo sono funzionali, ma non sono comunità.
    Concludo tornando ai blogger.
    A mio parere, chi fa blogging può decidere di farlo in chiave “individualistica” (one 2 many) e quindi, come direbbe John Battelle (http://battellemedia.com/), interpretando una parte quasi da “artista” (e quindi necessitando – in caso di successo – magari di un manager), effettuando la promozione necessaria sui vari Technorati e sui metablog oppure può farlo tentando di trovare soluzioni comunicative diverse che pur inglobando quanto già detto cerchino di puntare alla costruzione di una comunità.
    Il mio suggerimento, pertanto, è quello di centrare l’attenzione non più sul mezzo – ovvero il Blog – ma sulle persone che lo usano.
    Bisogna ridare più importanza alle idee ed ai valori che non agli strumenti, solo così il Blog – nello specifico – può essere davvero utilizzato in una molteplicità di funzioni tra le quali vedo anche la comunità ed in particolare anche l’uso per la tanto decantata democrazia digitale.
    In sintesi: per me la blogosfera non è una comunità, ma i bloggers possono dare vita a molteplici comunità – anche e soprattutto di peso sociale – se volessero.
    Faccio a te ed ai tuoi lettori i miei migliori auguri di Buon Anno!

    Mario Esposito
    http://www.brain2brain.net

  • Giuseppe Vitale
    Rispondi
    Posted at 6:59, 30 Dicembre 2006

    Caro Stefano,
    ciascun blog rappresenta un nodo che fa parte di una rete di nodi, allo stesso modo in cui ciascuna persona fa parte di una o più rete di persone. Vista così la blogosfera è una delle reti della rete delle reti: l’internet. Tu qui t’interroghi se la blogosfera è una comunità o meno, essendo tu un esperto di business community. La pianificazione e lo sviluppo delle politiche sociali comprensibili e accettabili per i membri e l’usabilità sono i due pilastri di una comunità di qualsiasi tipo come suggerisce Jenny Preece in Comunità online (Tecniche nuove). Nei blog sembrerebbe che non ci siano politiche sociali e l’usabilità lascia spesso a desiderare. E tu dici bene che il modello delle relazioni è uno-a-molti. Però possiamo immaginare il ruolo del blogger come quello del padrone di casa deve collaborare con l’architetto per la pianta e la struttura della casa (la grafica e l’usabilità) e con gli amministratori per gli allacciamenti (la piattaforma). E poi deve fare gli onori di casa ai suoi ospiti, invitarli, coccolarli, ospitarli, ecc. Come vogliamo chiamarla questa rete di case? In urbanistica si chiama città, nell’internet blogosfera. Ma sempre comunità è secondo la mia opinione. E con una marcia in più: spesso il ruolo del padrone di casa, dell’architetto e, a volte, dell’amministratore coincidono:
    http://www.giuseppevitale.it/dblog/articolo.asp?articolo=3. Non mi sono forse nel mio piccolo comportato da architetto con questa mappa qui di seguito? 😉 http://www.giuseppevitale.it/dblog/articolo.asp?articolo=4

    Mi fa piacere ritrovarti Stefano dopo averti conosciuto al workshop di internet marketing alla Camera di commercio di Lecce nell’Aprile del 2003.
    Guseppe

    P.S. Perché non permetti i tag html?

  • stefano epifani
    Rispondi
    Posted at 19:07, 30 Dicembre 2006

    @Mario
    Caro Mario,
    sono d’accordo su quanto dici. tranne che su un punto. Non credo che i blog siano esattamente come gli altri media. Nei blog esiste una dimensione partecipativa superiore a quella consentita da altri strumenti, che è quella che – peraltro – rende possibile questa interessante interazione dovuta al tuo commento. Mi trovi assolutamente d’accordo con il fatto che i blog non costruiscono comunità, ed era proprio il corpo del mio post. Troppe volte ho visto fare confusione tra i termini “comunità” e “rete”, che non hanno una maggiore o minore nobiltà l’uno rispetto all’altro, ma sono soltanto profondamente diversi!
    Grazie ancora!

  • stefano epifani
    Rispondi
    Posted at 19:17, 30 Dicembre 2006

    @Giuseppe
    Caro Giuseppe,
    Il piacere di rivederti (anzi, rileggerti, sono appena stato sul tuo blog) è tutto mio!
    Su un punto hai decisamente ragione, il gestore di un blog tende a dover o voler “accogliere” i suoi lettori. Ma non per questo costruisce con loro comunità. Una comunità è ben altro rispetto alla realizzazione di una procedura d’accoglienza. Nella tua interessante mappa, parli dei “tuoi” bisogni e delle “tue” realtà rispetto ad Internet, che contemplano la socializzazione come riflesso, e comunque prevalentemente in un’ottica – come tu stesso sottolinei nel tuo commento – one-to-many!
    Tutto sta, forse, ad intenderci sul senso del termine comunità, che sociologicamente parlando è – tutto sommato – ben definito…
    Spero di rivederti presto a Lecce! (…tanto per dire: sfruttiamo la rete! 🙂
    PS: posso “rivendermi” il fatto che la blogosfera è una delle reti della rete delle reti! …cito la fonte, ovviamente!

  • Filippo Biondi
    Rispondi
    Posted at 12:17, 31 Dicembre 2006

    Conserveremo tutti nel cuore l'(orripilante)immagine di un giovane Stefano Epifani che fa zapping nel cuore della notte in cerca di immagini scollacciate…

  • Mario
    Rispondi
    Posted at 11:57, 1 Gennaio 2007

    Innanzittutto buon inizio di 2007!
    Caro Stefano,
    ti ringrazio per esserti registrato sul sito e ti vorrei chiedere, in qualità di esperto nella creazione di web community e fermo restando che la Blogosfera in se’ non e’ una comunità, se ritieni possibile che si possano creare delle community attorno al blog inteso come medium.
    Ad esempio, penso alla politica che potrebbe fungere da collante per una comunità di bloggers ‘impegnati’, oppure alla ricerca ed all’innovazione che, analogamente, potrebbe raccogliere in un sito più blog – individuali ed ‘aziendali’ – attorno a settori specifici, penso poi alla difesa dell’ambiente, al marketing e così via.
    Del resto, a parte casi sporadici di blog “iper frequentati”, tutto il resto è nella coda lunga e sarebbe un peccato non sfruttare le singole potenzialità, aggregandole in una community.
    Fammi sapere che ne pensi.
    Ciao
    Mario

  • mary
    Rispondi
    Posted at 20:57, 2 Gennaio 2007

    Non so che è successo al commento, lo riposto….

    Oltre a quello che ho già detto nel primo commento a questo post, ho da aggiungere che in questo momento non si parla (in Francia, o da TechCrunch, da Deeario, etc etc. )che di definizione di blog, o di effetto dei links, o se un blog è un blog se ha o no i commenti. Mi colpisce molto che come una corrente sotterranea certi temi investano una gran parte della blogosfera, e che il BigBlogBang alla fine è stato una deflagrazione, pur non rappresentando che un’infimo pezzetto della blogosfera. Non siamo una comunità; ma se in alcune zone arriva la stessa corrente, alle volte senza che nemmeno lo sappiamo gli uni rispetto agli altri, qualcosa vuole dire…

    Quanto alle “comunità” intorno a certi blog come leggo qua sopra, nella mia esperienza di lettrice o partecipante alle conversazioni, non ci sono, o sono soltanto temporanee. Una cosa sono i lettori e commentatori, un’altra è “appartenere”, farne proprio, fare comitiva attorno a un blog. Perchè? Forse perché più ne leggiamo, più si riempiono i feddreader, più abbiamo voglia di conoscere e meno di partecipare. Anche in questo per me si ribatte il concetto di rete vs. community.

  • stefano epifani
    Rispondi
    Posted at 23:17, 2 Gennaio 2007

    @Mario
    Figurati, è un piacere e vi trovo sempre ottimi spunti!
    quanto ai blog come community, devo dire di essere abbastanza vicino – concettualmente – all’opinione di Mary. Ritengo che i legami che possono crearsi on-line siano troppo deboli per lo sviluppo di una vera community. Se l’obiettivo è quello di mettere su una Community, allora esistono strumenti, ma soprattutto modelli, più indicati!
    Un caro saluto!

  • stefano epifani
    Rispondi
    Posted at 23:20, 2 Gennaio 2007

    @Mary
    Mi spiace per il tuo commento. Sono d’accordo con te sul tema dei blog e delle comunità. Quanto al discorso sulla “tassonomia del blog”, tra 10 minuti posto anche io un piccolo post (un post(ino))
    Un caro saluto!

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