Non riesco ad entusiasmarmi di fronte ad alcune iniziative finalizzate ad aumentare la propria visibilità nella blogosfera italica.
Sia chiaro: è evidente che chiunque scriva un blog è contento di essere letto, che ognuno di noi è un po’ esibizionista e primadonna (altrimenti non si metterebbe in piazza con un blog) e che dietro la voglia di “evangelizzare” le masse c’è anche un po’ la voglia di essere riconosciuto dalle masse come il loro evangelizzatore.
Intendiamoci: credo che quasi tutti quelli che hanno un blog di quelli “autoreferenziali” (ossia che parla di blogosfera) finiscano più o meno spesso a controllare su blogbabel o technorati la loro popolarità e la famosa “posizione in classifica“. (“fenomenologia del blogger” potrebbe essere il titolo del mio intervento al Barcamp nelle Marche.. che ne pensate?). Io, personalmente, sono contentissimo quando qualcuno mi aggiunge in blogroll o quando parla di qualcosa che ho scritto. E credo che il mio atteggiamento sia comune a molti.
Ma attenzione: ritengo che la visibilità a tutti i costi sia una tendenza sbagliata, pericolosa e squalificante per chi la ricerca. La corsa al link sul blogroll deve avere un limite (autoimposto, ovviamente), altrimenti – semplicemente – gli indicatori di popolarità e di “reputazione” perderanno il loro valore (ammesso che ne abbiano). Intendiamoci, non parlo di limiti “esterni”, strutturali o tecnologici, ma di semplice buonsenso.
Mi spiego meglio con un paio di esempi: l’apripista (come al solito) viene dagli Stati Uniti. Poi qualche tempo fa un blogger nostrano (Pierluigi Ruotolo) ha messo in palio un Ipod per tutti quelli che avessero linkato il suo blog. Ed ha proseguito con altri contest regalando chiavette USB ed altri aggeggi. Nei giorni scorsi, Napolux ha messo in palio dei link sul suo Feed RSS per tutti quelli che parleranno sul loro blog della sua iniziativa. Almeno Napolux non spende nulla, e trae valore direttamente dal suo Blog. Entrambe le iniziative sono fatte nella massima trasparenza e sincerità, basandosi sul fatto che i link “sono la nuova moneta dei blog“. Non c’è nulla di immorale o scorretto in tali iniziative.
Ma il punto non è questo. Il punto è che così facendo viene inficiato il meccanismo stesso che rende “valido” il concetto per il quale la reputazione, e quindi la validità e l’autoreveolezza di un blog, si misurino in base al numero di link che lo puntano. Technorati non ha inventato nulla. L’idea della valutazione della qualità di un contenuto in funzione dei riferimenti che puntano ad esso è vecchia di anni ed è utilizzata anche dagli organismi internazionali per misurare il livello di innovazione di un sistema paese. A partire da quanti riferimenti si fanno agli articoli scientifici scritti dai ricercatori di un Paese, se ne misurano autorevolezza e capacità di innovazione (si veda, ad esempio, il sito del Cordis e strumenti come l’European Innovation Survey). Ora, se ci si mette a generare Link che non nascono da un riconoscimento di valore, ma da altre merci di scambio, è come se ci mettessimo a battere moneta falsa.
Ne parlavamo anche con Luca durante l’ultimo Barcamp. Personalmente, sono felice se Luca parla di un mio Post, ma francamente mai nella vita mi sognerei di acquistare un link a pagamento sul suo sito. E questo non perchè il suo sito non valga i soldi che chiede per il collegamento (anzi, Luca sa bene che gli ho suggerito più volte di alzare le tariffe!). Ma perchè chiedere un suo link a pagamento equivale ad ammettere di non avere cose abbastanza interessanti da dire da meritarlo gratuitamente (e per questo Luca – che ci vede lungo – non li vuole vendere a Blogger, ma ad aziende!). Se ci si pensa, è lo stesso principio per il quale i link “gratuiti” di google vengono percepiti come molto più significativi di quelli sponsorizzati.
Non sono i link ad essere la moneta di scambio dei blog. E’ l’attenzione. Se merito attenzione la conquisto. Se non la merito, tento di comprarla. Offire iPod è un modo diverso di comprarla. Ma l’attenzione non si compra. Al limite posso comprare un link.
Ora, lungi da me affermare che Napolux (che è nel mio feedreader) non meriti attenzione; spero che questo passaggio sia chiaro (soprattutto a Napolux 🙂 ). Ma ritengo fortemente che l’attenzione catturata a colpi di premi, concorsi e catene di sant’antonio, non porti realmente valore ad un blog. Certo, serve per far avere quei dieci minuti di notorietà che non si negano a nessuno ed a far scalare le classifiche di Technorati, ma non fanno necessariamente di un blog un buon blog. Peraltro, visto il funzionamento degli strumenti di valutazione, la gloria e la posizione in classifica sono pure di breve durata…
Le classifiche sono utili a rappresentare un fenomeno, le mappe a tracciarne i confini, ma sono le persone che determinano la qualità dei contenuti e dei loro autori. Luca, Massimo, Giuseppe e tanti altri non sono noti nel nostro piccolo mondo spesso troppo chiuso perchè hanno messo in palio chissà cosa, ma perchè hanno profuso impegno e dimostrato competenza negli argomenti dei quali parlano.
E voi, che ne pensate? Se siete d’accordo, fatemi un link!!! (…lo so, non ho resistito, dovevo dirlo!! 🙂 )
Quei blogger che odiano tanto la pubblicità, con questi comportamenti de facto fanno pubblicità quando acquistano l’attenzione invece di meritarla.
@Maurizio
Caro Maurizio, le tue sintesi sono sempre molto efficaci! 🙂
Come ti dicevo, spesso non siamo daccordo… 😉
questo è uno di quei momenti: se non esistesse la possibilità di comprare i link potrei anche essere daccordo, ma esiste ed è assolutamente una delle armi che tutti i SEO, prima o poi, si trovano ad usare; l’ esempio di Napolux, che anch’ io ho fatto anche in alcuni commenti, in realtà non rientra nel merito della questione che poni, si tratta di tre mesi nei feed, quindi niente PR (sia perchè si tratta di feed e sia perchè non c’ è il tempo di “godere” del backlink)…
In linea di massima poi, arrivare “artificialmente” ad un certo livello (posiionamento/pagerank) costa moltissimo, sia in termini economici che di tempo; questo per dire che i rischi che disegni sono assolutamente esagerati e che comunque senza (buoni) contenuti vai avanti pochissimo… 😉
Ciao Stefano,
sono pienamente d’accordo con te.
In + aggiungo che a mio parere c’è una certa tendenza al “link reciproco” fra le cosiddette “blogstar” che in qualche misura a lungo andare trovo ridondante, anche se comprensibile.
Sarebbe interessante che una blogstar linki i blogger meno famosi e non sia spesso il contrario. Una sorta di ricerca di nuovi nomi nel proprio blogroll non guasterebbe.
A proposito: io ti ho linkato e tu? (eh eh, :))
Concordo pienamente con questa tua considerazione e vorrei che molti la pensassero così.
Quando però finiscono sul giornale (il Financial Times ed il Corriere delle Sera o Repubblica, non sul giornaletto della scuola) certi blog e certi blogger – grazie alle classifiche – ti fa un attimino rabbia perchè è solo un’ulteriore dimostrazione che in Italia siamo messi veramente male.
A volte comunque queste iniziative di cui parli non sono poi così negative perchè servono semplicemente per far conoscere al mondo magari un piccolo blog sperduto di qualità ma ancora sconosciuto a causa delle “giovane età”.
Quindi non mi limiterei a considerare tali iniziative semplici mezzi per scalare le classifiche, ma dei modi un pò particolare per dire: “ehi ci sono anch’io, guarda che anche se non mi chiamo Pinco Pallino puoi trovare qualcosa di interessante anche da queste parti”.
Per esempio io il tuo blog non lo conoscevo. Se non ci fossimo conosciuti a Roma credo che difficilmente ci sarei finito sopra o mi sarei soffermato più di tanto a leggerlo perchè nella frenesia della vita moderna si va sempre di fretta e si diffida sempre maggiormente di ciò che non si conosce.
Se magari Napolux sul suo blog l’avesse recensito per partecipare ad un tuo ipotetico contest sicuramente l’avrei letto con più attenzione e pertanto gli avrei dato l’importanza che merita.
ti commento per dirti che son daccordo con te…è uguale? ogni tanto partecipo anche io ai contest per un link…ma mi sento molto più soddisfatta di quanti mi aggiungono al blogroll o ai loro feed perchè dico qualcosa di intelligente o divertente, interessante o solamente di “buzz”…
Stefano, post fantastico.
E’ necessario distinguere tra i comportamenti nipio-andolescenziali dagli strumenti. E’ un momento in cui la scarsa conoscenza del digitale da parte di chi ha basi ed esperienza di mkt e comunicazione fa si che siano i più ‘giovani’ a sperimentare i nuovi strumenti. Questo crea parecchia confusione tra chi analizza il ‘nuovo’ per mestiere perché si trova a dover distunguere ciò che è buono da ciò che non lo è. Per esempio capire se il concetto di blogroll è confinato solo alle esigenze di gruppi autoreferenziali oppure è esportabile su ampia scala. E così per tutti gli strumenti.
Twitter ed RSS agli occhi di chi è meno esperto appaiono entrambi come nuovi e interessanti. Tuttavia il primo è forse poco più di un giochino, mentre il secondo è una tecnologia e una modalità di fruizione che sta rivoluzionando l’organizzazione e la diffusione dei contenuti in Rete. Quanti sono e dove sono gli individui in Italia in grado di comprenderne le singole peculiarità? Pochi. E quei pochi in prevalenza sono ragazzi con poche basi scientifiche (specie in ambito di mkt e comunicazione). E’ da qui che nascono equivoci e sopravvalutazioni.
@Sid
non avevo dubbi! 🙂 ma il bello è questo, e su questo SO che siamo d’accordo!
Il punto, comunque, non è quello relativo al pagerank. le iniziative come quella di napolux non mirano ad un aumento del pagerank, ma ad un aumento dei backlink, che servono a scalare le classifiche di technorati e degli altri sistemi come il nostro blogbabel!
@mario
già.. blogstar che linkano piccoli blog. Buona idea! 😉
@Davide
Hai ragione, è un modo per farsi conoscere. Resta il fatto che “comprare” l’attenzione non mi sembra il modo migliore per farlo… e non parlo – sia chiaro – di eticità o meno della strada. Napolux (e gli altri come lui) è stato trasparente e correttissimo. Il punto è un altro. Acquisire link in quel modo mi sembra poco di soddisfazione. Anche un meme serve allo scopo, ma almeno si crea valore per il sistema!
@catepol
certo che è uguale, basta saperlo! 🙂
sono felice che la pensi come me. Piuttosto, non ho avuto modo di dirtelo prima: il tuo esperimento è stato un’idea fantastica, ma come è finito?
@Marco
Grazie! 🙂
hai ragione, a volte si nota uno iato preoccupante tra gli esperti di marketing ed il mondo della rete… ed è valido anche il contrario…
Giustamente mi tiri in ballo per via del contest, apprezzo le critiche ben argomentate come le tue, non accettare critiche sarebbe controproducente: le critiche, più che legittime nel mio caso, aiutano a migliorarti e io devo migliorare ancora molto.
Detto questo non mi vergogno a dire che il contest l’ho fatto solo per sfruttare text-link-ads che avevo li’ a far niente e prendere qualche link ovviamente.
Poi se non ci avesse partecipato nessuno la figura di merda l’avrei fatta io. E’ IMHO un mettersi in gioco, lo scambio reciproco è solo un modo di giocare. Tu linki me io ti premio (o nel mio caso ti linko anch’io nel mio feed).
So benissimo che un blog senza contenuti degni di nota lancia un contest ritorna nell’oblio alla fine dello stesso, ma se un blog oltre a produrre contenuti interessanti si “aiuta” con un contest IMHO non fa nulla di male.
Il mio blog ha contenuti interessanti? Non sono io a doverlo dire, ma i lettori. “Content is king”, contest o non contest, premi o non premi.
P.s.
Da oggi sei finito nel mio feedreader e nel mio blogroll
🙂
@Napolux
nel feedreader c’eri già. Da oggi sei anche nel blogroll.
Sono arrivato alle tue stesse conclusioni mesi fa, e infatti non chiedo più link in cambio da un bel po’ di tempo se faccio un contest (pochi).
Di link comunque questi contest non ne hanno portati poi molti, sempre i soliti direi, tra l’altro inutili ai fini delle classifiche per cui devono provenire da blog diversi. E’ stato soltanto tristissimo essersi resi conto dopo di come mi sono venduto e di come si siano svenduti per beni materiali da pochi euro molti dei blogger, anche noti, che ai contest hanno partecipato.
Ho ricevuto molti più link attraverso buoni (?) contenuti, mentre ad altri link facili, come quelli delle varie catene ho rinunciato, perchè mi sembravano più squallidi dei regali per un link. Così facendo in brevissimo tempo sono arrivato oltre i 100 iscritti al feed mentre prima ristagnavo malgrado gli “investimenti”.
Poi è arrivata la mazzata di Telecom che mi ha staccato l’adsl, ma spero di avere prestissimo una nuova connessione per poter ricominciare degnamente questa avventura.
Adesso preferisco fare lo stesso dei contest, meno spesso, ma regalando sul serio qualcosa, facendo partecipare tutti, non solo i blogger, e senza chiedere nulla in cambio. E magari spendere qualche euro per un bravo vignettista…
@Lotek
Caro Pierluigi, la tua testimonianza penso sia particolarmente utile, avendo tu vissuto in prima persona quest’esperienza. Però, come dicevo già nel post, non penso si tratti di “svendersi”. Ossia, non vi vedo nulla di male, se non un modo sbagliato per raggiungere un obiettivo giusto! Ma sostanzialmente non hai fatto nulla di scorretto o disonesto. Ci mancherebbe!!! 🙂
Io sono dell’idea che alla fine la blogosfera nel suo complesso abbia le capacità di emendare i processi di “doppio patto fiduciario” che si muovono attraverso i link – “espellendo” quasi naturalmente i meccanismi di forzatura di queste metriche. Che, comunque, dimostrano sempre più i loro limiti, troppo link-centrici tout court. 🙂
E forse ci vorrà qualcosa di più “semantico” – un significato ai link insomma: che è poi quello che ognuno di noi, in quanto lettore un po’ più esperto, sa fare molto bene quando si trova davanti un sito web 🙂
@Antonio
si, probabilmente è vero. d’altro canto il link in sè esclude a priori il principio di feedback relevation che invece sarebbe estremamente utile da valutare (paradossalmente, con i link è vero il principio del “bene o male, purchè se ne parli)…
Sarò breve, autocelebrativo, strafottente, superficiale e rude.
Io non so a che posizione sto nella classifica di bloglabel, mi sono iscritto, ma non ho impegato un secondo del mio tempo per andare a cercare il mio url.
Utilizzo solo una parte degli strumenti di aggregazione per i miei post perché mi secca implementarli nel Blog; mi da fastidio fare ping ed altro e quando lo faccio, segnalo solo quelli seri e non quelli “personali”.
Non ho mai chiesto a nessuno di linkarmi nè nessuno lo ha mai chiesto a me (s’intende). Chi lo fa, in un certo senso è mio amico, qualcosa in più rispetto un semplice passante virtuale e di questo ne vado più che fiero.
Mi inquietano le persone in grado di parlare solo di tecnologia, classifiche, permalink, twitter e roba del genere.
Detesto le mode, dalle i-minchiatevarie della Apple ad applicaivi e community di grido.
Mi perdo nel cercare di star dietro alla tecnologia e quando, per far ciò, non riesco a scrivere quel bel post o quel bel racconto che da tanto mi gira per la testa vorrei mandare tutta la Rete a quel paese.
E’ bello percepire la notorietà, ma è più bello sentire lo spessore del proprio “essere” quando gli adulti che si ha davanti si eccitano per un link, una citazione o altro.
Non sono religioso e non lo diventerò a breve, ma che si sia fatti di fango un po’ è vero, quindi regoliamoci tutti.
La gente vive e muore senza che si sappia del loro passaggio e questo è già di per sé la prova che c’è ben altro dietro qualcosa che è solo uno strumento.
La più grossa debolezza dell’uomo è quella legata al bisogno di comunicare.
E’ umiliante sentire la necessità di -dover dire- perché si ha la necessità di -sentirsi rispondere-. Nel silenzio si compiono le azioni dal valore umano maggiore; positivo o negativo che sia.
Il fanatismo è una delle più brutte bestie che esistano al mondo.
Teniamocene lontani, viviamo di più e comunichiamo meno.
p.s. rileggendo mi piace sai? Domani lo ricopio e lo posto da me. Ho riassunto sommariamente tante cose che penso davvero e che filosoficamente conducono la mia vita.
Bella Sté!
@Antonio
…che dire… se non fossi già nel mio blogroll ti ci metterei di corsa…
Scherzi a parte… la tua conclusione sembra evocare il vecchio Gilles Deleuze… ma è molto meglio! 😉 domani leggerò più che volentieri il tuo post!