gruppo.jpgLo ammetto. Ho saltato un paio di Meme. Ma non posso ignorare anche quello di Davide. Un po’ perchè gli ho praticamente strappato dalle mani un piatto di pasta durante l’ultimo BarCamp romano e mi sento colpevole, un po’ perchè l’argomento è più stuzzicante di quanto non sembri ad una prima lettura.

Davide si domanda: perchè leggere un blog? E qualcuno – in maniera decisamente impeccabile – risponde: “perchè no?” (a Roma si direbbe: “mettece ‘na pezza…“).

Eppure penso ci sia altro. E penso che quest’altro finisca per inficiare il senso stesso della domanda. Penso infatti che i blog non si leggano. Si partecipino. Proprio pochi giorni fa ho scritto che i blog sono conversazioni. Ed alle conversazioni, infatti, si partecipa. Quindi, più che leggere i blog, io partecipo ai blog. E lo faccio con un approccio totalmente diverso da quello che ho quando leggo un libro o un articolo su una rivista cartacea piuttosto che su un portale. E’ la concezione stessa del blog che mi porta ad avere un approccio diverso rispetto al modello di fruizione del contenuto che ho di fronte. Non è tanto la disponibilità di strumenti di feedback, che possono esserci anche su un portale; quanto piuttosto la consapevolezza del fatto che un blogger il feedback se lo aspetta. Lo vuole esplicitamente. Si mette in discussione.

E lo fa attraverso un processo di knowledge generation dalle caratteristiche assolutamente interessanti. Tanto difficile è convincere gli individui a condividere conoscenza con un approccio orientato alle community, quanto semplice è spingerli a farlo con un approccio orientato alla rete (delle differenze tra comunità e rete ne ho parlato qui, ma non riprendo il discorso, sennò finisco fuori tema ed addio meme). I blog sono strumenti di generazione di conoscenza; conoscenza che nasce da quel confronto costruttivo che è parte integrante del processo di sviluppo e di crescita – personale e professionale – dei knowledge worker. Certo, questo è valido per alcuni blog. Ma il concetto può essere esteso a tutti i blog assumendo il fatto che comunque chi scrive un blog intrinsecamente si mette in discussione. Anche quando racconta la sua giornata di shopping.

Tornando alla domanda, quindi, penso che il modo più corretto di porla sia “perchè partecipo ai blog?“. Leggerli, è un’altra cosa…
Ma l’ultima parola, all’autore del meme

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