Leggo in un articolo di Anna Masera sulla nota questione del portalaccio italiota l’opinione di Falavolti, Amministratore Delegato di “SI Innovazione Italia”:
“Col nuovo governo/ministro (Nicolais) si è deciso che fosse comunque utile partire, per evitare di interrompere un’iniziativa importante per il settore turistico, che in Italia rappresenta il 10 per cento del prodotto interno lordo. D’ora in poi sarà l’Enit, infatti, a gestire il portale” conclude l’ad di “Si Innovazione Italia”
Se non sbaglio l’attuale Ministro Nicolais nel 2005 è entrato nel Consiglio di Amministrazione di ITS S.p.A., la società che in cordata con IBM ha realizzato il portale… ma mi sa proprio che non sbaglio…
Ma guarda tu com’è piccolo il mondo…
La valutazione del portale dovrebbe essere condotta in modo più sereno e costruttivo, considerando che tratta il turismo, indubbiamente un tema importante per l’economia del Paese.
Lo scopo principale del progetto, senza proseguire la critica su come sia stato pianificato e realizzato, è quello di sostenere il turismo favorendone una promozione sul canale web.
Se si valuta quanto sia rilevante l’impatto macroeconomico del turismo sull’economia nazionale, si può capire come non sia tanto necessario inasprire una polemica continua, quanto sia più opportuno cercare di offrire un contributo per il suo miglioramento.
B-R-A-V-O !
E già che ci siamo … diamo riferimenti certi per tutti:
http://www.its.na.it/pages/italian/news.jsp?offset=10
News [14] – 19/07/2005
Parole di Pietro Altieri, presidente di Its
“Il nostro settore di Ricerca avrà anche una forte spinta dalla entrata nel nostro consiglio di amministrazione del prof. Luigi Nicolais, eminente rappresentante della comunità scientifica italiana. ”
A me risulta che ora ne sia fuori. A te ?
accidenti, grazie, bella notizia da far sapere.
Caro Stefano,
Il mondo è davvero piccolo [spesso anche stretto]. La logica clientelare imperversa nel mercato del lavoro con le raccomandazioni, nel business con le gare vinte dagli amici…etc.
Non c’è da stupirsi su quale sia di riflesso [altro che promozzione del turismo] l’immagine dell’ Italia all’estero. Non saranno i portali, meglio o peggio fatti, a farci recuperare il terreno e le relative occasioni perse.
Un abbraccio.
Pier Luca Santoro
PS: Grazie dell’informazione, ma………postarla alle 5 della mattina! 🙂
Cioè poi c’è pure chi ha il coraggio di lamentarsi del fatto che con Silvio nei lavori pubblici chi lanciava gli appalti e chi li vinceva erano la stessa persona.
Siamo i Italia e purtroppo il vizietto di fare i furbi non se lo toglieranno mai certi personaggi, destra o sinistra fa lo stesso.
La polemica non dovrebbe limitarsi alla valutazione di chi abbia presentato l’idea (l’altro ieri…), di chi l’abbia autorizzata e sostenuta finanziariamente (ieri…), di chi infine sia subentrato e l’abbia conclusa ed ufficializzata (oggi…).
Se si inseguono queste parziali visioni, non si arriverà mai ad uno scenario d’insieme, nè, a mio giudizio, si potrà costruire una prospettiva migliore.
I riflessi di un progetto incompleto come Italia.it si dovrebbero individuare nella minore competitività del Paese (interesse generale, PUBBLICO), e non nei PRESUNTI vantaggi di alcuni soggetti privati (interessi particolari).
Riguardo la “notizia”, la considererei una NON notizia. Farei debitamente attenzione al periodo di insediamento, e fare ancora più attenzione alla composizione attuale del cda a cui si é fatto riferimento.
non mi meraviglia… 🙁
però c’è un problema politico (nel senso di politica industriale) di fondo gigantesco, non sono solo soldi.
c’è il totale menefreghismo verso interi settori e un senso dello stato proporzionale al comune senso civico degli italiani: zero.
@Claudio Iacovelli
Salve Claudio. Come avrai visto dai tag del post, il tema non è il project management, la comunicazione on-line o il design di siti e portali. Il problema, dal mio punto di vista, è POLITICO. e POLITICAMENTE è assolutamente rilevante, e da far rilevare, il fatto che il ministro che propone di “andare comunque avanti” abbia avuto rapporti molto stretti con le società che hanno vinto l’appalto. Non sto parlando di collusione – cosa che immagino sia ben lontana dalla “levatura” morale del nostro ministro, ma semplicemente di una “vicinanza” innegabile, al di là della composizione attuale del CdA delle aziende coinvolte. Sarebbe da ingenui pensare che uscito dal CdA, il nostro ministro abbia dimenticato le vecchie conoscenze. Non credi? E d’altro canto, non mi sembra giusto sollevare il tema del conflitto d’interessi soltanto in alcuni casi, o soltanto le volte in cui sta dalla parte in cui fa piacere vederlo.
Come pure mi pare particolarmente ingenuo pensare che stia ad un gruppo di “volontari” (seppure qualificati e competenti, per carità) risolvere il problema. il problema, ripeto, è politico. e va risolto politicamente.
@Pierluca e luca
sono COMPLETAMENTE d’accordo.
@Davide
Ha ragione Tomasi di Lampedusa: cambiano gli stemmi, ma il resto rimane immutato.
@Francesco
ne è fuori, ma cambia molto? 🙂
@Ramos
Grazie! 🙂
Caro Claudio,
Ho letto i tuoi commenti e l’ articolo sul tuo blog; abuso dello spazio di Stefano [poichè nel tuo spazio non vi è possibilità di commentare] per rifletter su ciò che dici.
Condivido assolutamente la visione positiva di ricerca dell’opportunità più che del problema [chi ha fatto il portale, qunato fa schifo, sono tutti ladri…etc.]. Ciò premesso, vediamo i fatti e le opportunità per il turismo italiano. Retrocediamo a passi da gigante per ingressi turistici nella graduatoria dei paesi perchè [anche in qs caso] non godiamo più dell’ “effetto lira” nei confronti dei turisti del nord europa e – a parità di costo – non offriamo accoglienza adeguata ai turisti. Due rapidi esempi:
– La costa del sol [Spagna] è stata massacrata tanto quanto le nostre dalle speculazioni urbanistiche ma andare a giocare a golf da quelle parti ha un livello di offerta senza paragoni in tutta europa e costi ragionevoli. Tutto il sud italia ha scarichi di fogne a mare, nessuna offerta in tal senso [anche se il clima è simile], infrastrutture e trasporti da terzo mondo e fama internazionale legata agli episodi generati dalle mafie locali che controllano il territorio.
– La fascia adriatica [Grado – Rimini, che era polo di forte attrazione per il turismo estero, non è piosizionata sul mercato sia a Jesolo che a Rimini cercani di attirare la famiglia con prole ed il gruppo di “guagliocelli” da [s]ballo che evidentemente entrano in conflitto tra loro e alla fine sono in entrambi i casi insoddisfatti. A Benidorm o Salou si balla sino alle 2 del pomeriggio ma a Cadaques o Mojacar si sta tranquilli; loro la scelta l’hanno fatta.
Inoltre gli albergatori e gli operatori del turismo hanno molto spesso un’atteggiamento da rapina nei confronti del turista e personale “d’occasione” con un rapporto qualità prezzo troppo sbilanciato.
Il problema è allora i 45 milioni di euro li dovevano buttare in un portale [ammesso che fosse adeguato] o in interventi strutturali? ricordati la frasde di Sun Tzu a me cara che usai come “risposta” ad un tuo commento e converrai con me, spero.
Un abbraccio a te ed un ringraziamento [e scuse x l’abuso] a Stefano
Pier Luca Santoro
@Pier Luca
Non c’è affatto bisogno di scusarsi, è un piacere ospitarti!
piuttosto, al di là del fatto che indubbiamente potevano essere spesi meglio e/o in altro, la mia opinione è che comunque investire su Internet (anzi, attraverso internet) non sarebbe sbagliato, facendolo con criterio. il problema è che sono anni che in Italia gli investimenti pubblici in rete sono sistematicamente sbagliati (vedi quello che si è fatto per la CIE, per i Portali Pubblici, ecc…)…
A proposito di contributi, hai visto questo?
http://wiki.bzaar.net/RItaliaCamp
“RItaliaCamp è un evento (BarCamp) per elaborare una Idea Progetto atta a verificare come, utilizzando risorse open già presenti sulla rete e le attuali tecnologie disponibili, si possa realizzare in meglio un portale quale italia.it senza cadere in errori di codice, usabilità e limitatezza dei contenuti. In era Web 2.0 un catalogo online sull’Italia non è attuale né utile senza l’interazione della comunità in appoggio al servizio con contenuti, commenti, valutazioni, etc. L’informazione che viene fornita è limitata e povera. RItaliaCamp in primis (RItalia sito verrà dopo, forse) è il momento proprio per discutere e parlare di cosa mettere e come metterlo per avere un prodotto al passo con i tempi sia nelle piattaforme sia nei contenuti.
L’evento non nasce da subito per rifare italia.it (cosa evidentemente impossibile in una sola giornata). La possibilità non è comunque da escludere successivamente, ma non è il fine del RItaliaCamp. “
@Paolo
Certo. Se lo fanno a roma, peraltro, ci sarò! 🙂
grazie mille!!
BASTACONLEPAROLE…!!
http://ingannosviluppoitalia.splinder.com/