Una partenza un po’ in ritardo. Ed in auto i panini della Signora Franca, mangiati scherzando ed osservando amici veri. E l’arrivo a mezzanotte. E l’accoglienza di Giovanni. E le prime parole scambiate al Pub. La sua tensione per la giornata successiva, e la stanchezza per quella passata ad organizzare per noi. E poi la giornata successiva, che è finalmente il giorno del Camp. Il primo nel Sud. Il primo per molti. La sveglia di buon mattino, e una prima passeggiata per Matera. E l’arrivo alla sede, e rimanere incantati dal posto. E aspettare gli altri, che siamo al Sud, e mica si può cominciare proprio puntuali. E le prime parole della prima relazione del primo BarCamp più in basso di Roma. E tanta attesa, e le persone che si guardano, cercando di conoscersi, o di riconoscersi. E l’unica pecca: i badge con i nomi, ma chissenefrega. Facciamo lo stesso. E vedere che succede, chi parla, che dice. E vedere che nasce – pian piano – qualcosa di grande. L’interesse, la curiosità, l’entusiasmo e la rabbia. E parlare di problemi veri, e di politica, che in fondo anche questo è farla. Perchè oggi, qui, è importante esserci. I primi gruppi che si formano. Le prime idee che crescono. Le prime ritrosie che si abbattono. E i gruppi che diventano un gruppo. E il volto teso di Giovanni che si rilassa, che ormai è certo: tutto andrà per il meglio. Ma già si mangia, che c’è la compagnia del Cavatappi che ci pensa. E poi una pausa, e poi le pause. E poi il tempo per riflettere. E quello per rilassarsi. E poi si ricomincia. E ancora le relazioni, tra un espressino e l’altro, che tanto non c’è fretta. E non sai chi sono io. E le conversazioni con chi già si conosce anche se si vede per la prima volta. E le nuove conoscenze, tanti piccoli tesori regalati da questo barcamp. E le chiacchierate spontanee si avvicendano alle relazioni. E nasce la conversazione. Che funzionano così, i veri barcamp. E scegliere bene tra le alternative. E Antonio che si perde incantato, su internet e nel panorama. E amici nuovi. E pian piano è ora. Ora di andare, ma non di smettere. E passeggiando per Matera, parlando di tutto, parlando con tutti. E poi ancora discorsi dei temi nostri, che però poi lasciano il posto a discorsi più Nostri. E poi la sera che lascia il posto alla notte. Finisce la cena. Ma non la giornata. E guardare le foto. E tutto che funziona, con un tempo che scorre diverso. Più lento. Più intenso. Che in fondo da ieri è passato solo oggi. Eppure sembra una vita che eravamo in macchina verso Matera. E ora ci siamo di nuovo, sulla strada, in direzione opposta, ma un po’ di cuore è ancora lì. E presto torneremo. Sicuro. Perchè è nato qualcosa.
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e bravo Stefano, per me hai raccolto appieno il senso di lentezza che è servito a “compattare” un gruppo di persone e relazioni che trovo essere il QUID che giustifica i tanti km che ti (vi) siete fatti per venire a trovarci.
a prestissimo, spero !
Umpf 🙁 (invidia di chi non c’era)
Quand’ che si fa il prossimo, l? Eh?
Ho i brividi. Le parole che hai scritto sono fantastiche e qualsiasi cosa volessi aggiungere sarebbe sbagliato, di troppo. Grazie mille per esserci stato. Grazie per la passione che ci hai messo ed il coinvolgimento che hai creato.
Grazie.
Quoto il commento di Giovanni al 100%.
In più vorrei ringraziarti per i preziosi spunti che hai lanciato a noi lucani: uno di quelli sta per diventare realtà 🙂
Posso dire che non me l’aspettavo … è stata una giornata davvero calda in tutti i sensi possibili, immaginabili! Grazie
Bellissima descrizione. Che peccato non esserci stato. 🙁
sarebbe stato il mio primo barcamp, nella mia provincia 🙂
Che bello!! Racconto affascinante e… caspita, anch’io voglio vivere quell’atmosfera lì 🙂
E aumenta il rammarico di chi non c’ era 🙁
Bellissime parole Stefano…
Tutto vero quello che ha scritto Stefano,bellissimo il posto,bellissima la giornata,ottima l’organizzazione,complimenti a Giovanni e agli altri ragazzi.
Sono venuto con la curiosità di scoprire cosa fosse realmente un Barcamp dopo averne vissuti altri solo online e con la voglia di imparare per poterne organizzare uno anche dalle mie parti,posto differente,stessa lentezza,speriamo stessa riuscita:-)
Erik
Purtroppo anche qui non c’ero ma leggo un tuo resoconto davvero intenso. Complimenti a te, a chi c’era ed a chi l’ha organizzato.
tutto vero sottoscrivo anche io (ehm stefano…potresti sostituire il link al mio blog da catepol a succede@catepol please)
complimenti a tutti
Già… è proprio così! I barcamp sono così e questo di Matera è stato speciale anche per chi lo ha seguito virtualmente…
a leggere i commenti, vedere le foto e i video, questo barcamp deve esser stato davvero una bella esperienza.
vi invidio un po’.. eh he
ma sono contenta che prendano piede sempre più queste iniziative.
ci vediamo giovedi a Firenze cosi mi racconterai anche a voce quello che è stato il barcamp di Matera!
io invidio chi ha potuto partecipare e chi sa scrivere post così belli…
🙂
a
tra le tante cose e le tante parole di matera quelle che più ci resteranno in mente sono proprio quelle di stefano: la rete deve uscire dalla rete e aggiungo io andare per le strade, per le piazze, tra la gente a spiegare perchè fare rete è bello, è utile, è importante.
dopo un mese dal barcamp di Matera torno a parlare di questo giorno e di ciò che si è detti perchè questa mattina ho trovato un articolo che voglio portare a conoscenza dei partecipanti e non…
http://www.itnews.it/2007/0605210509696/un-italiano-su-due-non-usa-internet-il-blog-e-donna.html
è la risposta al dilemma lanciato da Catepol….meditate gente…meditate…
un grosso saluto a tutti, vi porto tutti nei miei ricordi di una bellissima giornata!
Keep these artcleis coming as they’ve opened many new doors for me.