Su ePolis di oggi ho pubblicato – nei soliti 1.500 caratteri – una sintesi del mio modo di vedere le cose sulla vicenda dell’Internet Tax. Voi come la vedete?
Una vera levata di scudi ha caratterizzato i blog italiani nei giorni scorsi. Tutti contro il Disegno di Legge Levi per la riforma dell’editoria. Al centro delle polemiche l’idea di rendere obbligatoria l’iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione per qualsiasi “attività editoriale”, includendovi quindi anche siti internet e blog. La reazione dei blogger – dopo l’allarme dato dal sito Civile.it – è stata immediata e ferma: no ad una legge liberticida. Quale sarà il finale di questa storia ce lo potrà dire solo il tempo; per il momento però sono due le considerazioni da fare. La prima: la reazione a quella che è stata impropriamente definita “internet tax” rappresenta un interessante esempio di coinvolgimento dei cittadini alla vita democratica reso possibile dalle tecnologie. Senza la protesta dei blogger il Ddl sarebbe probabilmente passato totalmente inosservato. La seconda: le reazioni scomposte del nostro Governo. Gentiloni che ammette candidamente di aver firmato il Ddl senza averlo letto con attenzione, Pecoraio Scanio che si discolpa dicendo che non era presente al Consiglio dei Ministri nel quale è stato discusso. Di Pietro che dice che non ne sapeva nulla perché non è stato proprio discusso. E tutti, naturalmente, che si dissociano da tutti prendendosela con tutti. Il tutto con riferimento ad una proposta che – se fosse passata nei termini paventati – sarebbe stata democraticamente folle e tecnicamente pressoché inapplicabile.
technorati tags: internet tax, levi, ePolis, censura, editoria, governo, pecoraro scanio, gentiloni, di pietro
OT: scusi Prof se la disturbo qui, ma continuo a trovare impossibile inviarle mail all’indirizzo indicato nel’avviso del bloglab.
ho già provato due volte.
Che fare?
Ps: spero che il 31 avremo tempo di parlare del DDL perché in molti non ne sanno ancora niente.
Arrivederci!
Prof io con il mio blog lanciato appositamente contro questo Ddl ho raccolto tantissime adesioni alla mia petizione. Le posso assicurare che i bloggher non solo non vogliono che questa legge non riguardi i blog, ma, come dice lo stesso Gentiloni, vorrebbero che rimanga tutto come prima inquanto questa legge non va ad intervenire su un problema, ma lo andrebbe a creare al di la che riguardi o meno i blog, perchè limitare la libertà di informazione è inevitabilmente un problema. In sostanza ci stiamo attrezzando per chiedere l’abrogazione totale del documento, anche perchè la modifica proposta da Levi non è che sia così chiara visto che molti blog sono mandati avanti da un uso collettivo.
Grazie per la citazione, sono io…
Su Corriere.it Levi cambia direzione: “Solo gli operatori professionali, quelli che svolgono come mestiere quello dell’attività editoriale. Il senso della legge per quanto riguarda Internet è quello di estendere ai giornali pubblicati su Internet le regole per i giornali pubblicati sulla carta stampata”
Si chiama divide et impera: separa i blogger dai siti professionali. Se lo fai per scherzare chiudo un occhio, se lo fai per lavoro, devi iscriverti.
I bloggers pero’ oltre alla passione sanno che se il blog va bene puo’ diventare una fonte di reddito, e anche questo stimola chi prova ad inventarsi un nuovo lavoro.
Nella definizione che Levi si inventerà cerchera’ sicuramente di obbligare all’iscrizione chi comincia a guadagnare due soldi. E i costi di iscrizione al Roc (ci vorra’ un direttore responsabile giornalista?) e la dichiarazione annuale con relativa tassa demotiveranno chi non e’ ricco di famiglia.
La proposta di Levi quindi e’ il modo migliore per impedire ai “bambaccioni” di avere un secondo proprio lavoro, nuovo, piacevole, un paracadute in giorni di precariato.
Certamente un blog all’inizio non rende, ma senza costi fissi si puo’ arrivare a guadagnare qualcosa. Perche’ bloccare tutti con adempimenti e burocrazia ?
Oggi chi vuole iscriversi al Roc lo puo’ già fare. La riforma non e’ quindi necessaria per consentire ai professionisti di iscriversi al Roc.
Quello che invece Levi vuole cambiare e’ imporre l’obbligo di iscrizione a tutti.
Bisogna seguire chi sosterrà il ddl anche con i condizionali e chi realmente dira’ no.
Di una riforma editoriale, oggi, non c’e’ bisogno. Le norme che si vogliono riformare si possono gia’ applicare al web.
Ma oggi siamo ancora liberi di scegliere se diventare testate giornalistiche o meno.
Questi disegni di legge, questi ministri…Mah. Mi semrbano tutti pazzia pura.Sarebeb ottimale possede le 100 mercedes slk della vodafone e sopprimerli tutti!Voi li avete già scritto alla vodafone?Si dai, inviato un sms al 444…è in corso la promozione con la quale dicono si possano vincere tante mercedes slk!Una slk 200 kompressor al giorno x 100 giorni!E x ottenerla basta un semplice sms….