Il mio contributo di questa settimana su ePolis riprende la brillante idea di Nicolas Sarkozy della quale si è parlato in questi giorni ma della quale, a mio giudizio, si sarebbe dovuto parlare molto di più, soprattutto sui media mainstream.
Nei giorni scorsi Nicolas Sarkozy ha annunciato un nuovo provvedimento antipirateria. A coloro i quali saranno colti a condividere file on-line, dopo alcuni avvertimenti verrà negato l’accesso ad Internet. Sul merito del provvedimento – a rigor di legge – si potrebbe anche pensare di discutere (ma, sia chiaro, discutere non vuol dire condividere o giustificare). È sul metodo che si prospetta una scenario piuttosto inquietante. Passi il fatto che l’applicabilità tecnica del provvedimento è tutta da verificare. Passi il fatto che c’è da chiedersi come si farà a tagliare la connessione ad un utente che accede ad internet da un computer il cui uso è condiviso (come accade nella maggior parte dei casi, soprattutto in famiglia). Passi il fatto che major e legislatori continuano a vedere nei sistemi di file sharing la causa dei mali del mercato discografico e non un sintomo della sua malattia. Ma è possibile far passare il principio per il quale qualcuno possa sistematicamente controllare il contenuto delle informazioni che mettiamo in rete, anche se il controllo è attuato per verificarne la liceità? È curioso come mentre ci si chiede quale sia il limite della privacy nei casi in cui sia a rischio la sicurezza propria o altrui, pochi abbiamo messo in discussione il fatto che si voglia superare tale limite per tutelare gli interessi commerciali di una lobby. Il cammino verso la Net Neutrality sarà lungo e difficile, con queste premesse.
Per approfondire il dibattito, vale la pena di leggere anche l’intervento di Federico e la risposta di Marco.
technorati tags: pirateria, Sarkozy, drm, p2p, net neutrality
nessuno ha pensato di impedire la produzione e commercializzazione della carta in formati piccoli perchè qualcuno ci faceva i pizzini?
ahahahhhaa geniale luigibio!! 🙂
battute a parte, il problema è abbastanza serio perchè i legislatori sono due generazioni indietro, legati ad un vecchio modo di pensare, per cui finiscono per emanare leggi stupide ed inattuabili (vogliamo anche metterci il decreto Levi in questa tua analisi?).
Parliamoci chiaro, sono anni che cercano un’alternativa al p2p: o finisco per assorbire i programmi di file sharing stra-pagandoli e facendoli morire (vedi napster), oppure li fanno chiudere (vedi server ed2k, mese di settembre) o, in ultima analisi, li lasciano fare …
Se invece di porsi muro-contro-muro, attuassero una politica più flessibile, anche le ostiche case discografiche potrebbero guadagnare molto di più (il caso radiohead, checchè se ne dica, farà scuola)
Il “caso Radiohead” è stato un successo proprio perché le case discografiche non erano coinvolte. Il problema sono proprio le grandi industrie, incapaci di far fronte alla crisi e ad utilizzare il p2p come mezzo promozionale.
Nel gran casino, sono le etichette indipendenti a cavarsela meglio: minor volume d’affari, promozione capillare attraverso la rete, distribuzione mirata e molti live.
Yo, that’s what’s up trtuhfully.