Durante uno dei panel della recente manifestazione PiùBlog al quale ho partecipato con Tony, Massimo, Diego (che ora mi chiedo a quale blog si debba linkare), Tommaso e Sergio, è emersa a più riprese una tematica sulla quale vale la pena riflettere. Tematica che riguarda il rapporto tra blog e social network, e che più di uno dei presenti ha definito in possibile rotta di collisione.
In particolare si faceva riferimento a Facebook, sul quale la blogosfera italiana (e non solo) vive opinioni contrastanti; ma il discorso può essere allargato anche ad altri network, che proprio in questi giorni stanno evolvendo in forme sempre più “social”.
L’idea è che lo sviluppo dei social network rischi di danneggiare quello dei blog, che qualcuno ha addirittura definito “morti”. La facilità dei social network nel costruire reti relazionali, infatti, sarebbe tale da rendere questi strumenti preferibili rispetto ai blog per conoscere nuove persone, collegarle in reti più complesse o strutturate, portarle ad essere parte del proprio network. Che i social network consentano di costruire …network è indubitabile ma i sostenitori di questa teoria, secondo il mio modo di vedere le cose, non prendono in considerazione un fatto centrale: la produzione dei contenuti.
In primo luogo i social network come Facebook o LinkedIn non entrano in contrasto con i blog, ma con essi si integrano nell’ottica della gestione di un lifestream sempre più complesso e completo. E’ probabile che molti degli utenti di Facebook non siano blogger, ma difficilmente i blogger abbadoneranno il proprio blog per curare meglio il profilo su Facebook. Senz’altro lo aggregheranno, come vi aggregheranno anche l’acconto twitter o il tumblr.
In secondo luogo la coesione che c’è tra gruppi di blogger fa della blogosfera un social network naturale particolarmente efficace, anche se decisamente poco strutturato. Un social network che – a differenza degli altri – si basa sui contenuti quali elemento cardine della relazione. Il fatto che i blogger siano produttori di contenuto non è affatto indifferente rispetto alle dinamiche di sviluppo dei social network e fa dei blog – intesi come conversazioni – il terreno ideale per supportare lo sviluppo dei social network. Ma certo senza esserne cannibalizzati.
come sempre ottimo stefano…hai ragione sono i contenuti il cuore della questione. Sono i contenuti su cui ruota tutto. Posso avere nmila contatti nei social network ma se non ci sono contenuti che vale?
Poi se non dai non hai…per cui non è tanto far parte di una o x reti sociali (twitter, facebook, jaiku, flickr ecc)…
Essere aggregati o aggiunti come amici nelle diverse reti è facile basta un click sia per chi chiede di essere aggiunto sia per chi aggiunge.
Dopo che accade?
Esempio Twitter: continuo ad avere followers (che seguo a mia volta)…ma se non lo usassi come lo uso ne avrei lo stesso tanti? Non credo…
I blog secondo me non sono morti anzi sono più vivi che mai e sono il primo luogo a cui pensiamo, quello che arrediamo e abbelliamo di contenuti e delle cose che ci va di comunicare al mondo.
Facebook è una grande accozzaglia di cose (ed io per esempio non riesco ad interagie più di tanto, anzi a volte mi di mentico che esiste se non mi arivassero le notifiche via mail)…ma anche là…
la ridondanza a che ci serve?
Già con il lifestream che abbiamo siamo sommersi dall’overload information…e allora se aggrego la mia vita digitale da una parte…che bisogno c’è di moltiplicare gli aggregatori (tanto poi il nucleo della rete sociale, il grosso del network, è pure composto dalle stesse persone no?)
Io sono per l’integrazione che non deve fagocitare.
Sono per i contenuti da far circolare
Poi lo strumento più adatto ce lo scegliamo…
Ciao, io credo che ci siano grossi equivoci sull’universo dei blog e dei social networking. Innanzitutto perchè si parla sempre di facebook, che se mi permettete non è nient’altro che spam. Mentre posso parlare di flickr dove non si può mettere in dubbio che ci siano dei contenuti, c’è gente addirittura che ha un portfolio veramente notevole. Altro esempio twitter: puro spam, anche dei peggiori. Purtroppo si sta confondendo la rete, il bisogno di comunicare con l’obbligo di dire per forza la propria idea, anche quando di fatto non esiste, vengono eliminati i corretti tempi di dialogo, insomma, non si impara a starsene zitti molto spesso. Per quanto riguarda i blog, si parla sempre di contenuti, quando anche lì, in realtà, spesso si ricopiano notizie trovate in giro, si aggiunge un commento inutile e spesso di una mediocrità tale da sembrare al bar dello sport. Purtroppo i blog mantengono ancora una struttura top-down come qualsiasi mezzo di comunicazione broadcasting, e non è certo la grande palude della sezione commenti che può cambiare le cose. I blogger sono dei guru, puoi stare con loro o contro di loro, ma di fatto comanda chi ha scritto il post, non chi ha scritto un commento contro tra decine, centinaia di plausi. (Vedi Beppe Grillo, che sta pure usando una piattaforma a pagamento…)
Insomma, lungi da me criticare quasto blog perchè non lo conosco, ma questo è quello che penso, ovvero che in generale l’idea che abbiamo del web2 non è affatto moderna, anche perchè qualcuno mi deve spiegare la differenza dalla vecchia homepage del web1… non saranno mica i commenti e la possibilità di inserire post in sequenza!
ciao
Resteranno SOLO i migliori. Il resto è “rumore di fondo”.
IMHO.
Contenuti pochi. Effetti speciali troppi. Animazione della rete? Assente. Ho grossissimi dubbi sulle SN.
Resto dell’idea che PRIMA va costruita la rete reale e su quella costruisci e animi quella sociale/virtuale.
Bye
scusate, ma io ho sempre creduto che la rete dei blog fosse un “social network naturale e fisiologico”, il primo vero e proprio social network platform-independent (API o non API). non vedo questa dicotomia.
a
@paolo via: fermo restando che queste definizioni (1.0, 2.0, 3.0) sono semplici convenzioni, e che nessuno pretende finiscano sullo zingarelli, io una differenza fondamentale tra il web 1.0 e il web 2.0 continuo a vederla: nel primo caso i contenuti venivano prevalentemente pubblicati dall’alto, nel secondo prevalentemente dal basso. E non mi sembra una differenza da poco. 🙂 a
IL social networking, o meglio il suo successo, è il riflesso di una società che punta più sull’estetica che sul contenuto. E’ bello ma non balla! Meglio un bel blog dove sfogare i propri proseliti che rimanere ancorati ad un avatar che non ci rappresenta per nulla!
Secondo me il punto lo centri nell’ultimo passaggio, non per altro è da un po’ che sto portando avanti proprio quella idea (per esempio il documento rilasciato da me e Gian in settembre) e vedo che anche tu stai notando come stia spargendosi.
Il problema però sta nel capire prima di tutto che i “social network” sono reti sociali, ovvero relazioni fra persone.
Queste relazioni esistono su qualunque sistema che consenta la comunicazione interpersonale. Addirittura, su sistemi che la impedivano le persone trovavano comunque modo di interagire (c’era il caso di un social network Disney se non erro che ora non ricordo ove non si poteva comunicare e le persone avevano sviluppato un linguaggio fatto di “oggetti spostati”).
Quindi il problema è che non bisogna confondere una tecnologia abilitante per i social network, ovvero quello che oggi viene chiamato proprio “social network” (sarebbe meglio dire “sito di social networking”) da tecnologie che comunque lo supportano, come i blog.
Capito che il problema è tecnologico, non ha più senso di parlare di “blog” o di “siti di social network”… o di morte di qualcosa, come fai tu stesso notare i blog SONO un social network.
Tanto più che credo sia sbagliato avere siti che accentrano le relazioni, quando la rete è di fatto un sistema distribuito.
Posso ad esempio citare il progetto Trustlet che stavo portando avanti con Bru e Phauly.
Fondamentalmente, il fatto che esistano siti di social network dipende dal fatto che non esiste un protocollo di comunicazione distribuito che crei una infrastruttura software adeguata per rendere fattibili le stesse cose presenti su un sito di social network anche su servizi singoli (i.e. WordPress).
Nel momento in cui ci fosse tale protocollo (Trustlet, ma so ad esempio che Chris Messina sta portando avanti un progetto analogo) i siti di social network diventerebbero semplicemente entità che offrono un servizio, come Blogger.com o WordPress.com, ove loro forniscono gli strumenti semplificati per avere un “nodo” in questa enorme rete distribuita.
Che poi, se vogliamo, è il concetto di GGG espresso giorni fa da Tim Berners-Lee. 🙂
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Peraltro, ci sono delle accuse di “spam” che trovo piuttosto superficiali: una enorme parte della comunicazione interpersonale è fatta di messaggi metalinguistici, ove, semplificando “si parla per costruire rapporti” e non strettamente per “comunicare qualcosa”. 🙂
Certo, il rapporto signal-to-noise è basso, ma solo perché quello che interessa a me, ANCHE come comunicazioni metalinguistiche, non è lo stesso che interessa agli altri. Twitter è un insieme di sfere di interesse, più che di “spam” come commentato sopra. 🙂
@gigicogo: reti reali? reti virtuali? Questa separazione non esiste, a mio avviso. 🙂
La rete di persone che collego nella parte virtuale non sono meno reali di quelle che ho nella vita fisica e spesso le due parti si sovrappongono sensibilmente.
Non c’è distinzione concettuale. L’unica differenza è che è più facile clickare “Friend” su una persona a caso su un sito di social network piuttosto che dire “Sei mio Amico” nel mondo reale. Ma una volta stabilite le proporzioni, si tratta semplicemente di una soglia “tecnica”: entrambe sono reti sociali reali. 🙂
I blog sono una struttura più simile al mondo fisico come entità di relazioni, ma anche qui bisogna fare le giuste trasformazioni. 🙂
Io continuo a ribadire che c’è una scarsa cultura redazionale, perchè vedo i blog come una sorta di “redazione” personale, che, purtroppo molto spesso (ci sono blog fatti molto bene), sono solo gli sfoghi personali di persone, mancano insomma di “concretezza”.
Inoltre non sono d’accordo sull’idea del “costruire” rapporti: ora vi prego non vorrei essere frainteso, ma si devono costruire sulla base di qualcosa, altrimenti si che twitter e facebook sono solo spam! Ovvero, non vedo la rete solo come mezzo di comunicazione di “messaggi e contenuti”, ma sicuramente mi infastidisce vederla scambiare per una piazza, quando in realtà si tratta di una sorta di non-luogo. Ormai siamo capaci di camminare per strada senza accorgerci di chi ci passa accanto (passatemi il luogo comune) e siamo dediti a crearci un profilo in rete per conoscerci…è immateriale e senza senso.
Nonostante questo invece, ci sono collettivi, gruppi di persone che si incontrano e usano la rete per conoscersi e per comunicare sulla base di certi presupposti, di qualcosa in comune, di qualcosa di reale.
Twitter è spam. Quando vedo uno che scrive che cavolo ha appena fatto mi viene subito da pensare che non abbia niente da fare e che vive davanti ad uno schermo. Perchè a qualcuno dovrebbe fregargliene di sapere che sta facendo? Forse in realtà NON HA NULLA DA FARE se non ammorbare la rete con i fattacci personali suoi. E poi tutti scrivono in inglese, eh si, perchè la rete ti mette in comunicazione col resto del mondo. Eh si. E tutti fanno la voce grossa, e tutti hanno qualcosa da dire. Eppure una delle massime espressioni di concetti reazionari e chiusi sta proprio dietro ai messaggi “democratici” dei blog. Come se la rete fosse un grosso bar. E’ molto triste.
Per fortuna almeno ora stiamo parlando di qualcosa. E sono contento. 🙂
Comunque definire un avatar, una firma alla fine di un post, la canzoncina preferita da mettere su myspace, la possibilità di avere liste di contatti, di amici, di siti preferiti come metalinguaggio mi sembra proprio una stupidata. Certe cose impariamo a metterle sui campanelli di casa, ci farebbe bene! 🙂
Anche se entrambe le tipologie di network (sociale:Facebook; di contenuti:blog) aggregano (in modo piu’ o meno strutturato) le persone, credo che la differenza di fondo stia intrinsecamente nella filosofia dei network stessi: in quelli a base di blog e contenuti gli individui si presentano e si relazionano in base a cio’ che dicono e scrivono; i quelli c.d. sociali gli individui si presentano implicitamente in base alle loro scelte, all’evidenziazione dei loro gusti e delle loro frequentazioni.
Nel primo le relazioni nascono per cio’ che la gente scrive (e dice di pensare), nel secondo le relazioni nascono per cio’ che la gente e’ (o dice di essere…)
Credo anch’io che l’integrazione tra le due modalita’ di social networking sia la destinazione da raggiungere.
@Paolo Via, se non ti piacciono i blog, in alto a destra c’è la x che chiude la pagina! Che facciamo chiudiamo tutte le fiction perchè descrivono situazioni quotidiane? I contenuti ci sono anche nelle descrizione delle proprie attività quotidiane, forse sono discutibili, ma non si può affermare che non abbiano ragione d’esistere!
È vero posso chiudere, ma allo stesso tempo io non ho voluto censurare o chiudere niente. Io sto solo criticando degli aspetti che sembrano positivi per la maggior parte delle persone, ma io ci trovo delle grosse contraddizioni, tutto qui. Inoltre non ho detto che non abbiano ragione di esistere, ho parlato di quelità, definendoli spam.
Mi spiace essere stato malcompreso, o forse mi sono espresso male, comunque ripeto secondo me twitter riempie la rete di m**da, e ne sono convinto. Ma non vorrei vietare niente a nessuno perchè posso capire che possa essere divertente avere l’idea di essere nel “cyberspazio” con un proprio profilo, gli amici, ecc.. solamente che mi piacerebbe che reti di relazioni su internet, possano essere più edificanti che non lo scrivere che si ha cominciato a mangiare, poi si è finito, poi si è fatta una pausa, poi si è ricominciato, ecc!
perchè così si perde un po’ il contatto con la realtà, ci si crea un mondo fatto a nostra somiglianza…e ti giuro che sono uno che di tempo ne perde e ne ha perso in rete, nel senso che un pochino conosco le debolezze dell’internauta! Io ho un mio profilo su flickr (si, ci sono cascato) però mi sembra che li posso dare qualcosa, mi posso esprimere con altre persone attraverso le foto, insomma uso uno strumento artistico (fotografia) e un canale di comunicazione, con cui creo relazioni e comunico. Ma si parte da una base solida, ossia il bisogno di esprimersi attraverso un mezzo. Sicuramente anche twitter esplicita il bisogno di espressività, ma ci tengo a giudicarne la qualità, molto molto scadente.
Con quello che pago l’adsl mi girano proprio le palle sapere della banda sprecata in ste stupidate!
@Paolo: ma credi realmente che quando le persone parlano dal vivo si interrogano sempre di filosofia o producono sempre paper scientifici? 🙂 😉
Io credo tu stia ignorando il fattore umano, ovvero come dicevo sopra la dimensione metalinguistica ove anche un banale “sto uscendo” ha un significato che rientra nel “sentirsi” più che nell’informare. E non è escluso comunque che possa avere connotazioni anche utili agli amici della persona in questione. 🙂
Quindi:
1. Le persone parlano per tenersi in contatto (guarda cosa succede nel mondo fisico)
2. Quello che è importante per A non è detto che lo sia per B.
Non puoi quindi minimizzare tutto come spam, perché stai ignorando completamente una componente fondamentale e fortemenete umana del parlare. 😉
> Ormai siamo capaci di camminare per strada senza accorgerci di chi ci passa accanto (passatemi il luogo comune) e siamo dediti a crearci un profilo in rete per conoscerci…è immateriale e senza senso.
@Paolo (scusa il doppio post) vedi, le persone HANNO bisogno di parlare, comunicare, sentirsi, stare in contatto. Tu stesso scrivi qui per il medesimo motivo, anche se poi si aggiunge una componente informativa superiore nei tuoi scritti.
Il fatto che le persone per strada si ignorino, è una questione che non ha niente a che fare con la NECESSITA’ umana di trovarsi, condividere, parlare, relazionarsi: l’uomo è un animale sociale.
Io ignoro gli altri per strada perché la densità informativa è troppo alta. Se sono fuori a fare qualcosa, non “vedo” altro al di fuori di quello che ho interesse di fare… e guarda caso, lo stesso avviene sulla rete. Io non ho il mondo sul mio blog, sul mio Facebook, sul mio Linkedin o sul mio Twitter, come non c’è sul mio ICQ, MSN, GTalk… ci sono solo *certe* persone.
Il fatto che poi condivida e possa essere contattato è una cosa che mi piace e che è internet a consentire: si abbattono muri. Se un estraneo mi manda una mail, posso rispondere quando posso e son felice di farlo. Se sto andando ad un appuntamento e un tizio a caso mi ferma per strada per lo stesso motivo, non sarebbe semplicemente fattibile. Ma non escluso che se non vi fossero ostacolo fisici, psicologici e sociali (inesistenti in pratica in rete) le persone si fermerebbero per strada, si siederebbero allo stesso tavolo nei locali etc. 🙂
Ok, grazie per l’insegnamento sul relativismo, effettivamente spesso mi manca. Non volevo parlare in modo assoluto, lascio la libertà di fare quello che pare a chiunque.
Certo è che allora non si può parlare di network sociale, vorrei declassificarlo a sistema di relazioni telematico. stop. Non si crea una società purtroppo, nel senso che è vero che quello che è importante per A non lo è per B; ma se parliamo di persone e di uomini, credo che stiamo guardando ai rapporti sociali solo come una rubrica, come un elenco di faccette che sono verdi se sono online o rosse se sono offline.
Con questo vorrei far capire cosa intendo. Io non ce l’ho col blog o col facebook di turno (con twitter si!!!) se mai vorrei far calare il sipario sulla pretesa di rottura degli schemi, di sistema di relazioni rivoluzionario, che salta fuori quando si parla di web2. Che per me non esiste purtroppo. Non c’è assolutamente nulla di nuovo. C’è da considerare che l’uomo nella società occidentale trova più facile creare quel tipo di relazioni e giudicarle come importanti che non mettersi in relazione sul serio. Questo è un cambiamento che non si può non notare. Le nostre città si svuotano di spazi comuni! le piazze non esistono più, perchè è comunque molto più facile rapportarsi con gli strumenti della rete, dietro i quali ci sentiamo al sicuro, che non guardare negli occhi una persona e averne anche contatto fisico. Per me è fondamentale.
Ma ripeto: non voglio escludere il resto! voglio solo riflettere, non mi piacciono i dogmi, nemmeno se “stanno dalla mia parte”. E ripeto che sono uno che ci passa fin troppo tempo davanti ad uno schermo, sia per lavoro che per passatempo.
Se poi mi dici che lo fai per avere il contatto con gli amici, vabbè, no comment, lo faccio anche io mi sembra solo uno streumento in più per comunicare, è un altro discorso comunque…no?
Io invece sposto la mia attenzione proprio su come descriviamo questi mezzi, ovvero come “reti sociali” e in quest’ottica io sono duro nel giudizio…
Paolo Via
Credo anche io che i blog costituiscano delle reti sociali, ma con dinamiche e regole diversi rispetto ad altri social network come Facebook ad esempio.
Regole e finalita’ diverse creano target differenti, in parte si sovrappongono ed in parte no.
In quest’ottica il tentativo di “portare la blogosfera fuori dai propri confini”, attraverso un gruppo su Facebook:
http://tinyurl.com/yuwk6c
@Paolo: beh, io ho scritto appunto con Gian a settembre un approccio psicologico e psicosociale alla rete e ai social network, approccio sottovalutato. E pensa che al BzaarCafé a marzo dicevo “Non reinventate la ruota: la psicologia sociale dice queste cose almeno dal 1970!”
Per questo motivo SONO d’accordo che non c’è niente di rivoluzionario, ma infatti non credo sia qui il punto. Se leggi anche sopra, dicevo che è inutile guardare i blog e i social network site con una lente: sono entrambi espressione della stessa cosa, anche Twitter (seppure non ti piace). 🙂
Paolo, in ogni caso ti consiglierei di vedere cosa significa “social network” o “rete sociale” in… Psicologia Sociale: non farti influenzare dall’uso “tecnologico” del termine, perché quello è soltanto una declinazione, recente (e penso per il tuo punto di vista, fortemente distorta). 🙂
Una rete sociale è qualcosa che si forma fra persone ed è praticamente l’oggetto di studio della psicologia sociale. Insomma, si studiano le relazioni fra le persone e fra i gruppi di persone. Anche in rete. 😉
@markingegno: vero, le dinamiche son diverse, ma se invece di paragonare blog e siti di social network saliamo di un livello e comprendiamo come entrambi siano espressione di reti sociali, relazioni e persone… allora vedi che non c’è bisogno di “portare” i blog su Facebook (che è una piattaforma) ma si può manipolare ad ampio spettro. 🙂
Da qui ad esempio la mia proposta Trustlet che è analoga a quella di Chris Messina DiSo. 🙂
@Paolo Via,ma xchè te x sociale che intendi? A te l’ardua sentenza!
F. Malefico, sono d’accordo, e sarò felice di informarmi sulla psicologia sociale!
Però nell’approcciarci ai net sociali, dovremmo avere gli strumenti per confrontarci con queste reti, che prima di tutto sono possibili macchine da soldi da far spavento. Come per i cellulari, strumento ormai indispensabile ma dal quale non possiamo più prescindere, ci sono persone che non riuscirebbero a vivere. Ma non voglio tirare in ballo troppe cose. Sicuramente però la facilità con cui possiamo crearci dei ruoli, delle posizioni, delle categorie di persone, all’interno di questi contenitori di “masse” ci porta ad un limite per il quale dobbiamo essere preparati. Ecco perchè non ce l’ho col network sociale in sè, ma con gli abusi, che sono la stragrande maggioranza. Purtroppo viviamo in una società di REPRESSI, e la rete offre dei modi seducenti di essere chi non si riesce ad essere, anzi, offre la possibilità di fuga che la vita non offre. È chiara secondo me però la triste trappola.
Insomma ho un’immagine un po’ più complessa dei rapporti personali che vanno al di là dell’avatar e di avere una lista di amici più lunga di un altro. Oppure di avere il blog più seguito. Preferirei avere la capacità di scrivere qualcosa di intelligente nel mio blog (che non ho).
Ma adesso non voglio rinfocolare la discussione. È molto difficile farlo per iscritto.
+ piazze – centri commerciali (che però hanno il wifi! fico! così mando un sms a twitter e dico ai miei amicici che sono al centro commerciale!)
DISGUSTORAMA!
saluti!
scusa geronimo ma è un po’ generico quello che mi chiedi!
🙂
ahem ahem posso rispondere da queen di Twitter a paolo via?? stefano se vuoi bannami ma devo scrivere una cosa
Twitter non è spam come la intendi tu e non è vero che c’è gente soproa che non ha niente di meglio da fare e passa le giornate a scrivere i fatti suoi
twitter è uno strumento integrato praticamente in tutit i modi possibili con le cose che normalmente puoi fare quando sei al pc per cui…
twitti
e rispondi alla domanda “what are you doing” mentra stai facendo altro…
magari lavorando
tanta gente col computer ci lavora no? e ha la rete connessa no? per cui 1+1 = ho uno strumento perfettamente inserito tra gli altri strumenti che uso, non invasivo e lo uso per fare esattamente quello per cui è stato pensato…dire ai propri contatti cosa stai facendo e con i propri contatti eventualmente chattare , discutere, sorridere, ridere, condividere momenti ecc…
un blog puoi cliccare sulla X e chiudere la pagina. Su twitter le persone che vuoi seguire le scegli tu. Per cui se ti rendi conto che quei contatit che tu hai scelto spammali…ti impedisce qualcuno di defolloware???
Non credo anzi…libertà…la libertà di scegliere cosa leggere, chi aggregare come amico online, che social network utilizzare per comunicare…ecco la libertà ci appartiene e guai se così non fosse.
Al di là di twitter, i social network sono strumenti che persone utilizzano per rimanere in contatot con la propria rete sociale (una o più)
Cioè al di là della moda di aggiungere tutti come amici ed avere 1000 contatti, alla fine la nostra rete sociale online (ma anche offline) è composta dalle persone con cui AUTONOMAMENTE e SINGOLARMENTE decidiamo di condividere qualcosa…siano le foto su Flickr o le cavolate su Facebok.
Il blog è un collettore di tutto …
ma semplifico si può fare social network anche solo con la posta elettronica…non è lo strumento:
il social network sono le persone che decidono di far rete ed alimentare il senso di appartenenza mediante uno strumento facilitatore che si appoggia ad internet…la rete si alimenta di contatti e scambi, un po’ come nella vita reale. Di cose che voglio o non voglio condividere con quel gruppo più o meno allargato…
Quindi
1. le persone
2. lo scambio
3. i contenuti oggetto di scambio
4. la scelta dello strumento adatto per far rete e scambio con quelle persone che mi son scelta
Si insomma, scrivere cazzate…
del tipo che io lavoro col pc…che minchia devo scrivere ai miei amici? che lavoro al pc, no? il resto è spam…se vai a cagare lo devi scrivere ai tuoi amici? se senti il tuo morosuccio che ti ha scritto che ti manda un baciuccio lo devi scrivere ai tuoi amici? ma checazzzo….ecco catepol, io stavo discutendo seriamente con Folletto Malefico, insomma si ragionava su sti cavolo si social network, e nel bel mezzo della discussione mi piazzi un bel post dove capisco che avete avuto una brutta infanzia. Siete stati coccolati poco, mi spiace, adesso dovete rompere i coglioni a tutti i vostri contatti di quello che cazzo state facendo. Ma non vi è mai venuto in mente che non gliene può fregare di meno?
sto proprio perdendo la pazienza, mi spiace, mi spiace tanto…io non capisco…viviamo in un paese di merda, dove la gente non sa nemmeno dove cazzo è girata, viviamo da almeno 10 anni nel regime più assoluto dell’informazione, in mano a pochi stronzi miliardari ed allo PsicoNano, abbiamo sotto mano una rete che già è completamente blindata dal decreto pisanu e cosa tiriamo fuori?? twitter!
così ogni volta che posso mando un messaggio con le mie emozioni ai miei amici! che culo! e come saranno contenti i miei amici! che bello! e c’ho il nuovo avatar!
oddio sto sbroccando. che paese di merda. ti prego Folletto Malefico aiutami! aiutami! perche? spiegami perchè!!!! ti prego ,stavamo facendo una bella discussione no? forse era interessante, forse no…ma dicevamo qualcosa!
+ piazze – spam
paolo via te sei fuori…qui si discute e io non ti piazzo un post ma un commento…e parlo da persona che la rete la conosce e la vive…e che non usa twitter per mandare baci…ma vabbè si degenera…
La tua riflessione mi sembra giusta nell’ordine attuale delle cose.
Ma come dicevo anche da Vincos – http://tinyurl.com/2gvocx – cosa succederà con la prossima generazione?
Quanti avranno voglia, tempo e risorse per costruirsi una rete di relazione con un proprio blog e quanti invece preferiranno scegliere uno strumento di SN (classico o di microblogging che sia) per la propria presenza in Rete?
Se il bisogno sarà quello di comunicare, conoscere ed interagire con altre persone non è più facile affidarsi ad una community già esistente, piuttosto che lottare per trovare un po’ di luce?
I contenuti verranno di conseguenza, imho.
Mi vengono in mente due spunti che sono emersi nell’ultimo incontro con Stefano:
1) Ragioniamo con principi e modelli consolidati. I quali non sono sempre utilizzabili anche per capire lo stato attuale (e tanto più quello futuro) delle cose.
2) Stanno emergendo una serie di attori che qualcuno inizia a chiamare “blogger senza blog”, persone capaci di dialogare su tutti i temi senza necessariamente avere un blog. Fino a poco fa queste figure non esistevano; oggi stanno avendo sempre più peso.
Bhe siete andati molto oltre 🙂
Oggi, banalmente, sto facendo un percorso a ritroso.
Come le reti sociali possono favorire la conoscenza personale e stimolare il proprio ego(o stima di se stessi)! Diventare guru grazie all’apprendimento condiviso!
Keep in touch. PLE is coming!
e provate a dire la vostra su google knol! Altrochè reti di reti. Si torna al narcisismo autoreferenziale!
Ciao
@Paolo Via, va bene avere opinioni contrastanti, ma dire che abbiamo avuto una brutta infanzia mi pare una cosa poco intelligente, oltre che scortese!
è tutto vero, ed è tutto falso: esistono blog sfogatoi (talvolta come surrogato infelice dell’analista – economicamente – felice), blog d’informazione, blog di discussione, blog di approfondimento, blog che assumono più o meno consapevolmente tutti questi ruoli… e, forse, – io non li amo troppo e quindi non li frequento se non per curiosità professionale – esistono SN utili, intelligenti, atti all’approfondimento e non solo a scambiarsi effusioni, effluvi e frustrazioni varie. Non vedo dove sta il problema e perché si debbano accendere i toni. Perché ci si deve sempre schierare? Perché questa paura di noi riuscire a decretare in anticipo se vince il blog, o il SN, o … Mi paiono, al momento, due strumenti che possano convivere: io, ad esempio, in rete – come nella vita – preferisco relazioni più distaccate, mediate, prive di quella mucillaggine sentimentale tipica delle relazioni che s’ammantano di amicalismo più o meno trito. E quindi privilegio il blog. C’è chi, invece – quasi tutti i miei alunni adolescenti, ad esempio – concepisce la rete solo in termine di numero di “contatti” che subito vengono confusi con il numero degli “amici”… L’unica cosa che mi pare di poter dire è che se si ritiene prioritario l’aspetto “comunitario” (relazionale, amicale, finto amicale, sfogatoriale, ecc.) allora è preferibile affidarsi ai SN, se invece si privilegia l’obiettivo della informazione… ma sono verità a metà.
@Agati, cono perfettamente concorde con te!
Buongiorno a tutti, non sono un commentatore abituale ma ho trovato questo articolo ed i vari pensieri espressi nei commenti molto interessanti ed acuti. I social network, a mio parere, sono in qualche modo un fenomeno di moda, legato alla voglia di provare qualcosa di nuovo, al desiderio di conoscere persone esotiche e diverse. Ma dopo averne provati differenti, la mia opinione è che mancano di contenuti validi, si fermano all’ apparenza, ad una bella foto, ad un votami che io ti voto. Insomma manca l’ esperienza, la profondità, l’ umanità dei protagonisti. Prendiamo Badoo per esempio; chi lo ha provato sa che è una sorta di sfilata di vanità e di belle foto da votare. I commenti si fermano a “quanto sei bella” “come sei dolce”… Insomma miseria e desolazione contenutistica. Gli esseri umani sono fatti di emozioni, sensazioni, desideri, pensieri… Mi piacerebbe che i social network fossero strutturati in modo da aggregare le persone intorno ai loro pensieri, alle loro esperienze, alle loro emozioni. Altrimenti come nel caso di Facebook diventa pura frustrazione e tripudio di programmini e faccine da regalare. Insomma non è che il mio tempo online lo desidero buttare, dunque gradirei che i Social Network fossero dei luoghi più incentrati ai pensieri ed alle esperienze umane. In attesa che succeda, preferisco di gran lunga leggere post intelligenti, contenitori di idee, pensieri ed emozioni, scritti da persone reali. Ciao a tutti da Marco