Li riconosci dalla camminata. Persi tra via della Scrofa e via del Corso. Ignari eppure tronfi. Smarriti e prepotenti. Ancora vestiti con il vestito buono del primo giorno di scuola. Le scarpe lucide, di chi non cammina a piedi. Con quella pienezza di sé che solo la consapevolezza del potere sa dare. Un potere appena conquistato eppure già familiare, che al potere ci si abitua presto. Un potere tutto ancora da agire, da sperimentare, da provare. Proprio come un giocattolo nuovo.
Li riconosci dalla camminata. Dal passo con il quale percorrono le vie del centro. Un passo goffo, di chi ancora non sa bene dove andare e cosa fare; l’altro prepotente, di chi – pur senza sapere dove – va avanti comunque. Va avanti aspettandosi che la gente si sposti, che “gli altri” cedano il passo. Sono i nuovi potenti. I nuovi titolari di una poltrona, di una poltroncina o di uno scanno. Ma anche di uno strapuntino, che tutto va bene per saziare la fame di potere. È il nuovo turno di potenti, che per la loro fame affamano l’Italia.
coraggio, che già come nel 1994 e nel 2001, li ritroveremo presto a godersi il ponentino sorseggiando il caffè al sant’eustachio 🙂 a
@antoniocontent
🙂
inquietante per alcuni versi
Come se li vedessi! Certo è dura vivere a Roma eh 🙂
scherzi a parte, i trentenni leghisti eletti nel 1994 sono stati i primi ad adeguarsi allo stile di vita romano…anzi, hanno elevato il livello dello svacco e dell’assenteismo parlamentare. ma di questo non si parla mai.
tra l’altro credo sia unico il caso della pivetti, che ha usato la nomina a presidente della camera come trampolino di lancio per condurre una rubrica per cuori solitari su canale 5
tutti cittadini di hutt river!
🙂
a
questo poema in prosa, indica una situazione che permane da decenni in italia. noi invece cambiamo e ci sembra tutto normale… “ma cosa mi dici mai???!!!”
…descrizione deprimente perché quanto mai veritiera 🙁