Degli auguri della Carlucci ad Alessandro Gilioli hanno scritto in molti, anche se la costante dei diversi commenti non si discosta molto da una variazione sul tema del “sono senza parole“. Ed in effetti proprio non ci sono parole per commentare l’augurio fatto al figlio di Gilioli dalla Carlucci (vittima o meno di una imboscata). Mi chiedo quanto avrebbe impiegato la Carlucci a querelale chiunque avesse fatto lo stesso augurio a suo figlio. E mi chiedo se allora – solo allora – avebbe davvero capito la gravità di ciò che ha detto.

Ma non perdendo il sonno su questo interrogativo, vorrei porre l’accento su alcune questioni:

  • sul fronte istituzionale: siamo in un Paese in cui non non è stata una attrice, una soubrette, una conduttrice ad augurare al figlio di Gilioli di essere adescato da un pedofilo, ma il Vice Presidente della Commissione bicamerale per l’Infanzia. Credo che la differenza non sia irrilevante ed il fatto avrebbe dovuto avere risvolti che non son stati nemmeno prospettati. In nessun senso e da nessuna parte. Nemmeno – a quanto è noto – un timido messaggio di scuse.
  • sul fronte normativo: ancora una volta, abbiamo l’ennesima prova del fatto che i legislatori legiferano su argomenti che non conoscono, spesso sotto dettatura e senza alcun criterio, se non – peggio – con criteri di parte (o sarebbe più corretto dire di lobby). Ma non serviva la Carlucci a dimostrarlo un’altra volta. Resta il fatto che nel nostro Paese siamo ormai abituati a dare per scontate libertà che scontate non sono. E che vanno difese a tutti i costi.
  • sul fronte della comunicazione, ed in particolare della comunicazione on-line: aprire un blog non vuol dire ripubblicare su wordpress versioni riviste dei comunicati stampa. Vuol dire interloquire costruttivamente con la blogosfera. Non rispondere non è mai una strada vincente. Censurare i commenti non è la strada migliore per sviluppare un dialogo. E neanche la più furba, quando si censurano commenti di blogger che li ripubblicano sul proprio sito. Come nel caso di Roberto o nel mio, che ho visto scartare – sommerso da una cinquantina di commenti smielati e benevoli – una semplice domanda:

Gentile Onorevole Carlucci, augurare al figlio di Gilioli di essere adescato da un pedofilo fa parte di quel dialogo costruttivo del quale parla nella presentazione del suo sito?”.

Ancora attendo fiducioso risposta.