Michele Ficara Manganelli, non siamo ridicoli…

Michele Ficara Manganelli, non siamo ridicoli…

Non amo entrare nelle conversazioni quando non sono direttamente coinvolto ma, visto che se errare è umano perseverare è diabolico, questa volta faccio un’eccezione e rispondo da qui a chi non ha avuto la buona grazia (diciamo così) di coinvolgermi direttamente commentando alcune mie osservazioni.

Prima di entrare nel merito, una questione di metodo. Devo constatare con dispiacere che Michele Ficara Manganelli (vedi? basta un link, e l’interlocutore sa che si sta parlando di lui…) usa nella comunicazione on-line i migliori sistemi del peggior giornalismo off-line per portare avanti le sue idee. E’ abbastanza evidente (a chi vuol vederlo) che dire “Il Web in Italia ancora non è in grado di spostare voti come fa la televisione” è appena un po’ diverso dall’affermare che “il web non influenza le elezioni“. La sottile e maliziosa variazione di una citazione è qualcosa che si addice alla carta stampata, dove il citato non ha possibilità di replica. Non certo al web. Ma pare che pur criticando il mainstream, se ne stiano acquisendo alcune cattive abitudini.

Ora la questione di merito. Avremo modo di approfondire il tema in uno dei prossimi appuntamenti su SpinDoc e nel convegno che stiamo organizzando, ma ravvedo alcune tendenze pericolose e ingenue nelle discussioni attorno agli impatti del web e dei social media sulla comunicazione politica.

  • Pericolose, perchè sovradimensionando anzitempo una realtà o un fenomeno si finisce quasi sempre per sortire effetti nefasti. Non si fa un buon servizio alla diffusione della Rete millantandone effetti che essa (ancora) non ha. Un po’ come quando migliaia di aziende alla fine degli anni novanta si buttarono precocemente sul commercio elettronico, restandone inevitabilmente scottate. Il risultato fu una sfiducia generalizzata e acritica nei confronti dello strumento, che rallentò di alcuni anni l’effettivo sviluppo del fenomeno. Chi c’era lo ricorda bene. Lo stesso vale per la comunicazione politica. Far si che gli attori della politica si aspettino oggi dal Web risultati che esso ancora non può offrire rischia di allontanarli dallo strumento, invece che avvicinarli. 
    E’ assolutamente evidente che il Web – ed in particolare i social network – sono destinati a mutare radicalmente non solo la comunicazione politica, ma la politica nel suo complesso, ma voler affermare che in Italia tale mutamento sia già avvenuto vuol dire dimostrare di non conoscere molto l’argomento.
  • Ingenue perchè ridurre la complessità della politica e della comunicazione politica on-line al fatto che Obama abbia vinto le elezioni grazie ai blog è di una ingenuità disermante. Ho sentito più volte affermare che se Obama non avesse usato Internet sarebbe ancora uno sconosciuto senatore. Affermazioni del genere possono forse stimolare clap virtuali nelle discussioni tra blogger della prima ora, ma temo che siano piuttosto destinate a farci sommergere di ridicolo se portate fuori dalla blogosfera. I motivi della vittoria di Obama vanno ben oltre il fatto che abbia fatto un buon uso degli strumenti di comunicazione on-line (abilmente sfruttati, peraltro, per acquisire fondi da investire nella comunicazione off-line). Quanto ha influito l’on-line? Sicuramente ha avuto un ruolo importante. Alcune ricerche parlano di diversi punti percentuali, ma la realtà è che non abbiamo strumenti per saperlo con certezza.

Veniamo ora alla questione di Debora Serracchiani. Anche in questo caso, voler far passare la vittoria di Debora per una vittoria della rete mi sembra davvero scorretto, oltre che riduttivo. Lei stessa ha affermato che non ha dubbi sul fatto che la Rete l’abbia lanciata. Ma non ci sono memmeno dubbi sul fatto che se i media mainstream non l’avessero raccolta dopo che YouTube l’ha lanciata, avrebbe fatto un tonfo. Come per Obama, Debora non ha vinto per la Rete, ma per le sue idee, che la Rete le ha consentito di diffondere verso i suoi elettori e verso i media mainstream.

In conclusione, caro Ficara Manganelli, alla tua domanda “Chi ha detto che il Web non influenza le elezioni”, la risposta è non io. Ho detto, e lo ripeto con forza, che oggi in Italia (e nel resto del mondo, aggiungerei) il Web non ha ancora la forza di spostare voti come fa la televisione. Questo non vuol dire che non abbia impatto, o che sia inutile alla comunicazione politica (vedi Di Pietro, vedi Casini…) ma mi sembra abbastanza chiaro che il suo ruolo sia in gran parte potenziale e ancora da esprimere.

Il resto, è polemica.

 

 

13 Comments
  • Posted at 14:06, 10 Giugno 2009

    Guarda Stefano, neanche a farlo apposta è uscito stamattina un pezzo su pc world che conferma in pieno quello che dici.

    Proprio il responsabile della campagna elettorale di Obama sui social media ha infatti affermato che:

    “Obama’s Message, Not Social Media, Won the 2008 Election”.

    http://www.pcworld.com/article/166400/obamas_message_not_social_media_won_the_2008_election.html?tk=rss_news

  • Posted at 14:10, 10 Giugno 2009

    Nel merito, direi che hai risposto da solo.
    Sul metodo, beh – sappiamo che la credibilità in rete è la vera moneta corrente. e i “metodi” rimangono lì a testimoniare se una persona, quando parla o parlerà, è credibile oppure no.
    Non dimentichiamo che i “metodi” sono una sottocategoria dei “fatti”. E sulla rete il “reality check” non perdona.
    🙂
    a

  • Posted at 14:26, 10 Giugno 2009

    Concordo in pieno… Dire che la Serracchiani ha vinto SOLO per il web significa non dare il giusto merito ad una persona che è in politica dal 2003 (attivamente) e che fa politica da anche prima… Che ha fatto una campagna sul territorio etc…

    Il web in tutto questo ha dato solo la spinta iniziale…

  • Posted at 15:08, 10 Giugno 2009

    io penso che sia nel caso di obama che in piccolo nel caso di debora son le persone e le idee che sono andate avanti, che hanno colpito la gente, che hanno fatto riflettere, che hanno coinvolto, che hanno fatto sentire vicino alla gente comune…l’uso consapevole è partecipativo del web è una loro caratteristica in più, ma non è l’unica . Molto ha fatto, come dici tu, il mainstream (che continua ad essere ciò a cui accede la gran parte della gente a livello di informazione e comunicazione e perchè no, pubblicità). La rete nel caso di Debora ha accolto e amplificato, ha permesso a persone di entrare direttamente in relazione con lei e soprattutto, credo, al PD di scommettere su di lei. Ma non perchè di bella presenza o per vivere e cogliere il successo mediatico di un momento.
    La ragazza sembra avere “le palle” scusate l’espressione. Lo si vede da come parla, da come si relaziona, da come porta avanti le idee, da come si coinvolge con la gente, da come argomenta e, sinceramente, cosa che sto apprezzando tantissimo perchè è la vera novità della sua presenza in politica: la buona educazione, la capacità di ascoltare, di aspettare il turno di parola, di rispondere anche sibillina, di stare nei tempi televisivi dei dibattiti, di entrarti veramente in casa.
    Senza tutto ciò…senza la persona che è Debora, hai voglia a dire che è la rete che l’ha lanciata… my 2 cents

  • Posted at 16:03, 10 Giugno 2009

    Provocazioni a parte, credo che la verità sia nel mezzo.
    Ovvero la Rete ha, perbacco, la capacità e soprattutto la potenzialità per spostare voti e tendenze quanto e più della televisione ma non ha, al momento, la stessa reale pervasività e penetrazione nel parco degli aventi diritti al voto.
    A volte si calca su un termine per scardinare, per dare strattoni al prevedibile, al passato: mi piace interpretare così l’intervento di Michele.

    E’ sicuramente un passo, importante che prima non era ancora stato compiuto.
    Non credo che la casalinga settantenne che pende dalle labbra di Fede e della De Filippi o delle D’Eusanio si interessi molto della “campagna elettorale 2.0”.

    Il web in Italia…? Pensiamo a mantenerlo libero e ad abbattere concretamente il digital divide, poi pensiamo a spostare più voti della TV.

    Just my 2 cents,
    A.

  • Posted at 16:52, 10 Giugno 2009
  • Posted at 22:04, 10 Giugno 2009

    a parte le precisazioni di PLC (pura lana caprina) il problema vero è piantarla di usare sottigliezze (come dici tu) degne del peggiore giornalismo off-line per parlare male di internet solo perchè questi sono gli articoli che i quotidiani cartacei come Repubblica Comprano.

    Ne ho decisamente le palle piene (giusto per usare un eufemismo) di tutta questa alzata di scudi contro la rete e l’argomento in questione è solo un piccolo elemento dell’insieme.

    Quando c’era la megabufala di Second Life tutti i giornalisti analogici belli allineati a decantarne le lodi ed ora che i social network hanno l’incredibile primato di avere alfabetizzato gli italiani (nativi analogici) non si perde occasione per dargli addosso e (cercare) di fare leggi per bloccarli.

    ma perchè il web (anche quando funziona sul serio) deve essere sempre denigrato?

    Ma quanta paura genera ?

    Forse intacca le rendite di posizione (duramente) conquistate nel mondo analogico ?

    Parliamone … ma sul serio

    🙂

    PS nel frattempo grazie per il link, in genere si usa così in rete

    🙂

  • Posted at 22:08, 10 Giugno 2009

    dimenticavo:

    il messaggio , senza il (giusto) media dura lo spazio di una birra.

    ri 🙂

  • Posted at 10:05, 11 Giugno 2009

    Michele, mi permetto di svelarti un segreto: Il web è un canale!

    Come la tv, i giornali, i volantini, la radio, una chiacchierata tra amici, un comizio in piazza e un urlo dalla finestra.

    Non ho mai visto un messaggio emergere grazie a uno soltanto dei medium, proprio perchè la comunicazione è per sua natura incontrollabile e multicanale.

    Se il web fosse davvero così importante nella comunicazione politica in Italia, ti pare che avremmo Berlusconi da 15 anni?

  • Posted at 21:06, 12 Giugno 2009

    LOL!
    Tu Stefano c’hai paura del web, si vede, te lo si legge negli occhi 😀
    E sei pure conservatore! Adesso non ti sto più amico 😀

  • Posted at 11:48, 18 Giugno 2009

    Concordo in generale ed in particolare sulla degenerazione di una parte della comunicazione online, dovuta alla importazioni di pessime abitudine del mondo analogico.

    Ultimamente ho sviluppato una acuta intolleranza a chi artificiosamente carica i propri messaggi allo scopo di aizzare polemiche.
    Di conseguenza sto sfoltendo il numero di persone che seguo 😉

    [in questo caso si tratta di una risposta, quindi la vis polemica è più che legittimata]

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