In questi giorni in rete si discute – spesso a partire da iniziative indubbiamente interessanti – di Nativi Digitali. Digitali o Micidiali che siano, la mia opinione in merito l’ho espressa anche in passato. Tuttavia l’enfasi sulla “natività digitale” attorno alla quale ruota (ed a volte pare avvitarsi) la discussione, nasconde il rischio di un errore di prospettiva.
Ho la fortuna di passare una parte rilevante del mio tempo assieme a quelli che definiamo “nativi digitali”. Di conoscerne vizi e virtù, pregi e difetti. E quando passo il mio tempo con loro, non vedo il mondo diviso in nativi digitali e nativi analogici, ma semplicemente in giovani ed adulti.
Certo, chiamarli nativi digitali va di moda, fa “sociologichese”, ma ci fa anche correre il rischio di non centrare il punto.
Ed il punto è che tra i giovani ci sono quelli che si perdono dietro Amici ed MTV, che non hanno prospettive, che sono pigri, inebetiti dalla TV, senza idee nè ideali. Ma ci sono anche quelli che son determinati, di buona volontà, con voglia di fare. Consapevoli della difficoltà del contesto nel quale stanno crescendo, ma pronti a dimostrare al mondo che hanno molto da dire. E da fare.
Gli uni e gli altri hanno un profilo su facebook. Gli uni e gli altri sono nativi digitali. Ma non c’è merito nell’esser nativi digitali. Si tratta semplicemente di una condizione. Di un fattore di contesto. Non basta essere nativi digitali per essere persone valide. E soprattutto non basta a noi che loro lo siano per avere una scusa per smettere di esser responsabili nei loro confronti.
Non esiste una generazione di nativi digitali che affronteranno il futuro in modo diverso. Esistono – tra i nativi digitali – dei giovani dotati di talento, che con il nostro aiuto potranno, sapranno e dovranno confrontarsi con un futuro non certo roseo.
E’ vero, Nicola e di suoi coetanei non hanno nessun merito nell’esser nativi digitali. Ma hanno la grande fortuna di essere ragazzi intelligenti ed il grande merito di essere armati di buona volontà. E’ in questo la loro vera risorsa. E’ in questo la speranza del nostro Paese per il suo futuro.
speriamo nei talentuosi e aiutiamoli 🙂 concordo!
un blog interessante