Tra le cose che non cambiano nel tempo c’è la mia affezione verso la rubrica Contrappunti su Punto Informatico, che ormai leggo con piacere da anni. Massimo da sempre è un lettore attento dei fatti della Rete, che descrive e commenta con arguzia e sagacia. Tuttavia nei suoi Contrappunti di ieri, dedicati al dilagare di VIP su Twitter, ha sostenuto una posizione che non condivido.

Commentando il fenomeno, Massimo sostiene che

[…] su Twitter la penisola dei famosi, le star della TV e dello sport, i più conosciuti commentatori della vita pubblica, abbiano iniziato a fare sul serio, trascinandosi dietro una vasta schiera di ammiratori e curiosi che hanno iniziato anch’essi ad utilizzare la piattaforma […]

Fin qui l’analisi mi sembra inappuntabile. Poi prosegue asserendo che

[…] Il successo di Twitter, a differenza di quanto è accaduto a Facebook, sembra passare attraverso una logica broadcast con una spruzzata di improbabile interazione […]

E qui sono ancora abbastanza d’accordo. Seguono alcune considerazioni sull’evoluzione di Twitter nel tempo, da strumento di comunicazione personale e strumento di broadcasting informativo, che vorrei riprendere tra poche righe. La conclusione dell’articolo è però quella sulla quale sono in sostanziale disaccordo:

[…] “Twitter non è un social network”, con queste parole dai toni autoritari mi ammonisce da tempo la mia amica Mafe de Baggis. Sono d’accordo, finalmente, per lo meno da tempo non lo è più […]

E da qui, in effetti, non sono più d’accordo… Perchè sono in disaccordo? Per vari motivi…

  • Cos’è un Social Network? Vale la pena ricordarlo: una rete sociale (si ok, in italiano fa meno effetto, ma tant’è) è costituita da insiemi di attori sociali e di relazioni definite tra tali insieme di attori. Gli attori sono i nodi della rete e sono collegati tra loro attraverso connessioni (archi) che possono essere orientati o meno.
  • Cos’è un Social Network Site? Nulla di più banale: è un sito la cui struttura è tale da facilitare gli utenti nella costruzione (o nell’esplicitazione) di reti sociali. Ossia di rapporti tra loro. Espressi di volta in volta come “amicizia” (Facebook è un SNS), “appartenenza ad una cerchia” (Google Plus è un SNS), “Rapporto Follower/Following” (Twitter, quindi, è un Social Network Site). Per un rapido approfondimento su come è strutturato il grafo sociale dei tre SNS citati, qualche tempo fa ho realizzato una semplice infografica alla quale si può fare riferimento.
In questo senso, dal punto di vista strettamente “topologico”, non mi sembra possano esserci dubbi sul fatto che Twitter sia o meno un SNS (peraltro nella redazione di questo post – scritto negli intervalli tra una riunione e l’altra –  mi sono accordo che Francesca Comunello ha ripreso il tema approfondendolo in maniera magistrale …ma d’altro canto la classe non è acqua).
Quindi, di cosa stiamo parlando?
Secondo me, di un malinteso significato del termine Social Network.
  • Le reti sociali non sono comunità (virtuali o meno). Reti e Comunità si comportano in maniera profondamente diversa. Le prime possono contenere le seconde, nelle seconde possono svilupparsi le prime, ma sono due cose diverse. O, almeno, esprimono due modi diversi di descrivere diversi aspetti delle dinamiche relazionali. L’impressione è che spesso si pensa alle une riferendosi alle altre, o semplicemente si considerano i due termini sinonimi. Nulla di più sbagliato.
  • Le reti sociali non sono strutture “democratiche” (o orizzontali). La difformità nella dimensione dei nodi in termini di connessioni entranti/uscenti è un elemento strutturale nei Social Network Site, destinato anzi ad amplificasi con l’aumentare della base degli utenti (il che è una diretta conseguenza della legge di potenza sulla quale si basa l’invarianza di scala introdotta da Barabàsi).
In altri termini, tornando a Twitter, ora che Twitter sta ampliando la sua base utenti si rendono evidenti difformità strutturali che nel momento in cui era popolato solo dei geek della prima ora (che allora si chiamavano nerd) non erano così evidenti. Mi rendo conto che questo può essere un trauma per i titolari di account con migliaia di follower conquistati con fatica in anni di duri tweet, che si vedono oggi superati dal Fiorello di turno che in pochi mesi li doppia di un ordine di grandezza, ma non capisco perchè il fatto che scali verso l’alto il numero di utenti delle “tweet-star” facendo ripiombare le “tecno tweet-star” nell’oblio della coda lunga (che si sviluppa così anche su twitter, il quale vede oggi al suo interno un suo mainstream) debba cambiare le regole del gioco.
Twitter era, è e rimane un SNS. …solo che gli hub ora sono più grandi. E non vengono dal nostro mondo. Pazienza per noi, ma penso che twitter possa sopravvivere al dolore di questo avvicendamento di tweet-star.
Certo, ha ragione Massimo quando dice che che è improbabile che le Star si mettano a rispondere a tutti gli utenti che le nominano, ma non è il coefficiente del tasso di risposta che fa di un Social Network un Social Network. Semmai farà di una Star una Star maleducata! Più seriamente: la “conversazionalità” può essere “una” caratteristica di una rete, ma non ne è certo una condicio sine qua non. E d’altro canto, la presenza di Star mute (o impegnate a parlare tra di loro) non impedisce alla coda lunga degli utenti di twitter di continuare indisturbata le sue conversazioni.
Anzi, forse dimostra proprio che Twitter è a tutti gli effetti un vero e proprio Social Network. Si sposta verso l’informazione piuttosto che verso la conversazione? Può darsi. Ma di questo sono sicuro che torneremo a parlare, magari via twitter…